Cultura / Religione
Cultura e arte khmer trovano ispirazione fondamentale nella religione. Nella prima metà del primo millennio dell'era volgare nel sud-est asiatico si svolse un processo chiamato dagli studiosi indianizzazione, parallelo e legato a fenomeni di urbanizzazione e al commercio marittimi tra Cina e India, di cui sono evidenti gli esiti, mentre le modalità sono ampiamente dibattute. Si trattò di un processo socioculturale pressoché unico nella storia delle civiltà umane, che coinvolse la trasmissione e l'adozione da parte di numerosi regni e culture, tra i quali quella khmer, di religioni, mitologie e forme di espressione artistica estremamente affini a quelle indiane.
Il periodo classico della cultura khmer coincide con quello storico dell'Impero Khmer e ancora oggi la cultura cambogiana vi trova ispirazione ed elementi fondamentali caratteristici in espressioni artistiche come la danza tradizionale, l'architettura e la scultura. Il tempio di Angkor Wat è considerato il manifesto della millenaria cultura khmer. Nel contempo risulta fondamentale anche l'interscambio con i thai e i lao, due popoli che con quello khmer condividono buona parte della propria storia e cultura, nonché l'apporto delle tribù delle montagne del nord-est (i khmer loeu, termine coniato da Norodom Sihanouk) e degli elementi cinesi e malesi, coinvolti da secoli nelle attività commerciali.
Si assiste così a una peculiare continuità di tradizione e cultura che attraversa cambiamenti continui dovuti alla travagliata storia cambogiana, a partire dalla fine dell'Impero Khmer (in cui la Cambogia si trovò contesa tra l'influenza thai e quella viet), per passare al periodo della colonizzazione francese, al travagliato periodo post-coloniale che sfociò nel tragico dominio degli khmer rossi, fino alle accelerazioni del periodo di globalizzazione attuale.
Con il regime degli Khmer Rossi si ferma ogni tipo di arte, la lettura è bandita e punibile con la morte; dopo la dittatura il primo spettacolo a Phnom Penh tenne luogo nel 1980 al Teatro Nazionale con uno spettacolo di danza.
Arte
Nella sua storia, l'arte in Cambogia è stata guidata e ispirata dalla storia e dai fondamenti religiosi del paese, come i culti animistici indigeni, l'induismo e il buddhismo, questi ultimi arrivati dall'India al Sud-est asiatico nei primi secoli dopo Cristo portando con sé la scrittura in sanscrito e altri elementi. I traffici commerciali misero in contatto la nascente cultura cambogiana con altre culture facendole assorbire influenze culturali Thai, giavanesi e cinesi. Tra il nono e il XV secolo si forma l'Impero Khmer che si ispira all'India per politica, religione e letteratura; il linguaggio della corte è il sanscrito, ma il popolo parla khmer. La capitale del regno è ad Angkor e i templi di Angkor Wat e Angkor Thom sono i testimoni della sua grandezza; l'arte, l'architettura, la musica e la danza di questo periodo sarebbero poi stati i modelli per il successivo sviluppo della cultura cambogiana. L'arte della Cambogia antica si può dividere in tre periodi, periodo pre-angkoriano, angkoriano e post-angkoriano; all'interno di questi periodi si possono individuare ulteriori stili (o scuole). Per il periodo pre-angkoriano si possono individuare tre stili per l'architettura, di Sambor Prei Kuk e i posteriori di Prei Kmeng e di Kompong Prah, e ulteriori due per la scultura: le scuole di Prasat Andèt e Phnom Dà. Per il periodo angkoriano si possono individuare gli stili del Kulen, del Bakheng, di Koh Ker, di Pre Rup, di Khleang, del Baphuon, il classicismo khmer (o stile di Angkor Wat), lo stile del Bayon e del post-Bayon. Quindi si ha il periodo post-angkoriano, influenzata dall'arte di Ayutthaya e di altre regioni. La città di Angkor e i suoi templi caddero in rovina inghiottiti dalla giungla dopo lo spostamento della capitale a Phnom Penh e del sempre minor controllo dei monarchi sul territorio a causa degli attacchi dei Thai; tuttavia uno stato cambogiano con capitale Phnom Penh sopravvisse fino al XIX secolo. Dal XIX secolo comincia la dominazione francese; i francesi riscoprono le rovine dei templi di Angkor e intraprendono lavori per preservarle dagli inizi del XX secolo. La cultura tradizionale cambogiana e le rovine dei templi di Angkor rischiarono di essere vittime della guerra civile in Cambogia e del regime dei Khmer rossi, i quali si erano opposti a ogni tipo di religione ed educazione e proibirono tutti i tipi di arte della Cambogia e il suo linguaggio scritto. Dal 1991, quando le fazioni in guerra della Cambogia siglarono un accordo di pace, organizzazioni internazionali hanno aiutato il nuovo governo a restaurare i siti archeologici a far rivivere le arti tradizionali del paese. L'arte è rimasta in stasi fino ai nostri giorni, ma la situazione è difficile: esiste solo un indirizzo scolastico specifico e i materiali artistici non sono disponibili; per un artista è praticamente impossibile riuscire a esporre un proprio lavoro. Fra gli artisti serpeggia un senso di frustrazione e precarietà, giacché le condizioni di vita sono al limite della sopravvivenza; queste problematiche insieme con l'esistenza tormentata da lutti e atrocità, come quelle subite sotto il regime dei Khmer Rossi, sono diventate il tema predominante dei loro lavori. Anche gli sforzi legati alla riorganizzazione di una nuova identità dell'istruzione artistica sono promossi e sostenuti solo dall'azione individuale. Inoltre l'isolamento e la conseguente mancanza di informazioni disponibili sulla realtà artistica internazionale e sulla relativa storia dell'arte hanno fatto sì che gli artisti cambogiani non abbiano adottato le tecniche collaudate nel corso di tutto il XX secolo; di conseguenza le uniche forme di arte espressiva praticate attualmente sono derivate dalla debole tradizione francese, ovvero la pittura o la scultura realistica e simbolica.
Le arti tradizionali della cambogia sono la tessitura, la lavorazione dell'argento, l'arte di intagliare e lavorare il legno, la scultura della pietra e la pittura. Con il cotone si tessono i krama e i sampot, elementi di vestiario tradizionali della Cambogia. I capi più pregiati possono essere tessuti in seta e avere finiture in oro e argento; i fabbri e gli argentieri riproducono gli oggetti antichi.
Importante per la cultura tradizionale khmer è il poema epico del Reamker; i maestri musicisti, i coreografi e gli insegnanti di musica che sono sopravvissuti al genocidio dei Khmer rossi continuano ancora a insegnare gruppi designati di studenti le rappresentazioni del Reamker.
Architettura
Il periodo pre-angkoriano permette la definizione di tre stili architettonici: quello di Sambor Prei Kuk, identificabile nell'omonimo tempio, e quelli posteriori di Prei Kmeng e di Kompong Prah. La successione di stili in questo periodo non si è però verificata dappertutto con la stessa cadenza e non è difficile imbattersi in un tempio che presenta caratteristiche di più stili insieme. Sambor Prei Kuk è probabilmente il sito con i più antichi monumenti khmer attualmente conosciuti al giorno d'oggi; con Sambor Prei Kuk si ha una lontana prima configurazione, sia dei canoni di costruzione sia simbolico-religiosi, di quello che sarà il tempio-montagna khmer del periodo angkoriano; inoltre, con la costruzione di questo sito, ha inizio l'uso dei materiali che saranno utilizzati dagli architetti delle successive grandi opere khmer: mattone (preferito in età pre-angkoriana e dal XIII secolo) e la pietra; il laterizio è usato per le parti del complesso meno nobili e l'arenaria per alcune decorazioni.
L'architettura khmer del periodo angkoriano si distingue per la sua opulenza e grandezza ed era soggetta a rigidi, ma non paralizzanti, canoni tecnici e simbolici; per quanto riguarda i materiali, a differenza del periodo pre-angkoriano si ha adesso anche un largo uso dell'arenaria. Il classico tempio khmer è il tempio-montagna, termine nato nel XIX secolo per indicare i templi con cui si materializzava in terra il monte Meru, la dimora delle divinità e asse dell'universo secondo la cosmologia indù; ognuno di questi templi non era uguale all'altro, anche per quanto riguarda il loro valore specificatamente simbolico cui si attribuisce loro Per quanto riguarda le decorazioni, i templi erano decorati con raffigurazioni di divinità induiste e di Buddha; non a caso sono queste due religioni ad aver influenzato maggiormente l'antica cultura khmer. Anche nel periodo angkoriano si possono distinguere vari stili: stile del Phnom Kulen, del Bakheng, di Koh Ker, di Pre Rup, di Khleang, del Baphuon, il classicismo khmer (o stile di Angkor Wat), lo stile del Bayon e del post-Bayon.
Le sculture mostrano che le costruzioni di tutti i giorni nel periodo angkoriano erano in legno, come quelle della Cambogia odierna; il legno, in generale, è stato il materiale più usato in tutte le epoche, ma il clima tropicale della Cambogia non ha permesso la conservazione di resti lignei.
Durante il periodo post-angkoriano, caratterizzato per la sua visione severa e rigorosa dell'arte, la quasi totalità degli edifici, sia religiosi sia no, è costruita in legno, facendo sì che le guerre e il clima tropicale non permettessero la conservazione di questo patrimonio architettonico, mentre i chedi edificati dal XVI al XIX secolo testimoniano un'influenza dell'arte di Ayutthaya.
Molti edifici pubblici attuali, come il Palazzo Reale di Phnom Penh, sono decorati nello stile di architettura khmer; nel caso del palazzo reale, le decorazioni hanno per tema la figura divina indù Garuda.
Attualmente sono patrimonio dell'umanità il sito di Angkor dal 1992 e il tempio di Preah Vihear dal 2008. Sono candidati a diventare patrimonio dell'umanità i complessi di Banteay Chhmar, Banteay Prei Nokor, Beng Mealea e Preah Khan Kompong Svay, il gruppo di Sambor Prei Kuk, e i siti di Koh Ker, Angkor Borei e Phnom Dà, Oudong e Kulen, tutti candidati dal 1º settembre 1992.
Scultura
Peculiarità generali della scultura antica cambogiana è la sua impronta di severità, il suo adattamento di volta in volta al contesto politico-religioso del regno. La scultura aveva il compito di narrare storie e miti di viaggi di uomini e gesta eroiche, divine, o del Buddha.
Sono state identificate nel periodo pre-angkoriano cinque scuole di scultura a tutto tondo basandosi sulle modifiche nell'abbigliamento e delle acconciature delle statue nel corso del tempo; le scuole erano: quella di Sambor Prei Kuk (la più antica), quella di Prei Kmeng (caratterizzata da uno snellimento dei corpi e una semplificazione delle vesti e delle capigliature), la scuola di Prasat Andèt (impressività dei volti, qualità del modellato e realismo della veste), quella di Kompong Prah (schematizzazione dello stile di Prasat Andèt) e la scuola di Phnom Dà (isolata dal contesto artistico dell'epoca). Più nota è la statuaria in bronzo di piccole dimensioni, giacché se ne è conservato un maggior numero di esemplari, di cui la maggior parte sono immagini buddhiste, soprattutto di bodhisattva. I pochi esemplari di scultura a tutto tondo in legno pre-angkoriana sono invece tutti rappresentanti il Buddha e tutti ritrovati nel sud della regione. Con un'ulteriore considerazione si deve dire che l'arte della regione ebbe rapporti stretti con l'arte delle regioni vicine e che gli sculturi di questo periodo utilizzano sempre sostegni per le loro opere.
Il periodo angkoriano ha inizio con lo stile del Kulen, che presenta una statuaria omogenea e un abbandono degli archi di sostegno; la plasticità delle opere dà sensazione di morbidezza e di agilità nelle prime fasi dello stile, mentre nell'ultima fase si ha un modellato più turgido. Nello stile di Prah Ko si ha un'evoluzione radicale delle vesti delle statue, sia a tutto tondo sia i rilievi. Della statuaria dello stile del Bakheng, di non minore bellezza dell'architettura, ci sono arrivati pochi esemplari; le caratteristiche principali sono un'accentuazione della geometria del corpo umano; l'abbigliamento, è freddo e rigido, tipico dello stile dell'epoca, mentre i diademi cambiano poco rispetto allo stile di Prah Ko. La statuaria dello stile di Koh Ker presenta un'originalità sotto gli aspetti iconografico, tecnico e decorativo, una grande forza di rappresentazione, dinamismo, aspetto colossale, deciso ammorbidimento del modellato; l'abbigliamento invece non presenta significativi cambiamenti. Lo stile di Pre Rup presenta una scultura arcaicizzante e ripropone le formule elaborate degli stili di Bakheng, ma senza la sua rigorosità e grandezza, e di Koh Ker, senza però il dinamismo e la raffinatezza di quest'ultimo. La scuola di Banteay Srei presenta morbidezza del modellato e dolcezza dei volti. La statuaria dello stile di Khleang presenta pochi sviluppi rispetto a quella di Pre Rup; si ha una perdita della vitalità: la produzione è stereotipata, le statue fredde e i volti delle divinità si addolciscono tanto da divenire insipidi; importante è il rinnovamento della produzione buddhista, soprattutto di committenza mahayana. Lo stile del Baphuon si colloca ai margini dell'arte khmer tradizionale: benché l'iconografia induista non cambia e rimane poco variata, quella buddhista presenta rilevanti cambiamenti: il Buddha è rappresentato seduto a gambe incrociate in atteggiamento di meditazione. La statuaria durante il classicismo khmer (o stile di Angkor Wat) effettua un ritorno al passato: le vesti delle divinità si rifanno a quelle degli stili di Pre Rup, Koh Ker e Bakheng, anche se lo stile di Angkor Wat mantiene un'impronta peculiare; la statuaria di questa scuola presenta una maggiore ricchezza iconografica, morbidezza e una maggiore arditezza tecnica; la piccola statuaria in bronzo è in via di sviluppo. Lo stile del Bayon presenta una rottura totale con gli stili precedenti, un ritorno al naturalismo ed è l'unico in cui si può parlare di ritrattismo; l'eccellenza dei bronzisti khmer continua a essere costante anche durante questo periodo. La statuaria dello stile del post-Bayon presenta originalità nella produzione, ma mancano ancora approfonditi studi stilistici.
Nel periodo post-angkoriano la statuaria è principalmente in legno, mentre la pietra è utilizzata raramente e le opere in bronzo non si distinguono da quelle thailandesi. Le opere di questo periodo però non perdono il confronto con quelle del periodo angkoriano, da cui si differenziano molto per l'estetica; le più importanti appartengono al XVI secolo.
Importante scultore odierno è Songnarikum Kim, uno dei pochi in attività nel paese e uno dei principali artisti attuali; è anche uno dei pochi ad aver praticato l'arte del restauro prima e durante il regime dei Khmer Rossi.
Pittura
La pittura è l'aspetto della cultura khmer meno conosciuta: infatti la maggior parte delle opere, prevalentemente pitture murali, conservatesi fino a tempi recenti hanno subito negli ultimi decenni così tanti danni che non si può praticamente farsene un'idea; la composizione e il cromatismo comunque sono affini alle opere ritrovate in Thailandia, meglio conservate. I soggetti erano la vita del Buddha, gli jataka, il Ramayana o il Reamker (versione khmer del Ramayana). I principali pittori attuali sono Sothy Hout, Phalleang Yim, Radi Yin, Sothy Chhim, Dara Soun Chan e Monorith Chhea per quanto riguarda la pittura con tema guerra, violenza o Khmer Rossi; Sompear Hong Sot e Narath Tan invece dipingono tele riguardanti la cultura cambogiana che rischia di scomparire.
Letteratura
Per molto tempo in Cambogia le storie sono state tramandate senza aver bisogno di trascriverle: queste venivano scolpite sulle pareti dei templi o dipinte su quelle delle pagode e potevano raccontare avventure di uomini, gesta eroiche o le vicende del Buddha. Esempio di opera letteraria cambogiana dell'antichità è il Reamker, versione cambogiana del poema sacro indù del Ramayana. I testi sacri erano sempre custoditi nei templi.
Attualmente la Cambogia non ha una letteratura contemporanea: il regime dei Khmer Rossi, che puniva la lettura con la morte, ha ucciso chi sapeva leggere e scrivere. Al giorno d'oggi i libri sono una rarità in Cambogia e non ci sono biblioteche a parte la Biblioteca Nazionale a Phnom Penh, riaperta nel 1980 e che sopravvive solo grazie alle donazioni. Gli ultimi libri cambogiani sono quelli scritti dai sopravvissuti ai massacri degli Khmer Rossi, ma non esiste una letteratura del periodo successivo a Pol Pot tranne che racconti per bambini o libri su Angkor. I cambogiani stessi non si interessano granché alla letteratura a causa della povertà e della continua lotta per la sopravvivenza.
La stampa fu introdotta in Cambogia con il dominio coloniale francese e fu catalizzatore di nuove forme letterarie. Le usuali forme di scrittura letterarie erano in versi. La prima opera in prosa fu Suphat di Rim Kin, pubblicato nel 1938.
Musica
Assieme al Laos, la Cambogia è il paese musicalmente più interessante dell'Indocina; la musica cambogiana continua in molti aspetti fondamentali la tradizione iniziatasi durante l'Impero Khmer con una serie di prodotti sonori di grande originalità.
La musica del Sud-est asiatico è il risultato di vari apporti stilistici: un sostrato indigeno, un primo superstrato indiano e un secondo cinese; questi tre elementi hanno diverso peso tra i vari paesi dell'area indocinese.La base della musica cambogiana è indiana, ma di carattere antico, non dei modi moderni dell'espressività indiana: infatti, con la fine dell'Impero Khmer, l'India è stata esclusa dai successivi cambiamenti evolutivi della musica; anche la successiva influenza cinese ha avuto meno risultati che negli altri paesi della zona. L'elemento strutturale della musica cambogiana è quindi di tipo indiano-khmer di tipo arcaico, con segni di origine cinese, poi giavanese e quindi europea.
Come in tutto il Sud-est asiatico, la musica è considerata un'offerta alle divinità e ha carattere sacro; è trasmessa per tradizione orale e segue il principio organizzativo della stratificazione polifonica, ovvero il sovrapporre a una melodia di riferimento comune variazioni improvvisate della stessa melodia da parte degli altri strumentisti. La scala musicale utilizza i 7 suoni della scala diatonale; il ritmo è sempre binario e l'accento principale cade sull'ultima pulsazione di ogni unità ritmica.
Le orchestre possono essere di tre tipi: "pinpeat", "mohori" e "phleng khmer". L'orchestra pinpeat è la principale e presenta xilofoni e carillon di gong di registro grave e acuto, oboe ("sralai"), flauto ("khloi"), tamburo a due membrane ("samphor") e cimbali a mano; è usata per accompagnare cerimonie o opere teatrali e danzate. La mohori, usata soprattutto per l'intrattenimento, presenta rispetto al pinpeat l'aggiunta di cordofoni. La phleng khmer è invece l'orchestra di tipo più arcaico e tradizionale.
Le composizioni si suddividono in varie sequenze ("choan") che vengono di volta in volta rielaborate e sviluppate musicalmente.
Durante il regime degli Khmer rossi e la soppressione di ogni traccia culturale e artistica del paese tra il 1975 e il 1978, la musica tradizionale è forse la branca artistica che ha resistito di più a questo periodo. Sono poi state istituite alcune istituzioni per salvaguardare e valorizzare il patrimonio musicale della nazione.
Come negli altri paesi dell'Indocina, anche in Cambogia c'è una forte presenza di musica occidentale: in particolare, il jazz si è molto affermato nelle città.
Tradizioni
I capi di vestiario tradizionali tipici della Cambogia, tessuti in cotone, sono il krama, una specie di sciarpa rettangolare a motivi quadrati e a strisce colorata vivacemente, e il sampot, veste femminile, i cui modelli più pregiati sono tessuti in seta e hanno rifinimenti in oro e argento.
Le festività tradizionali principali in Cambogia sono il Songkran, la festa dell'indipendenza, il compleanno del re padre Norodom Sihanouk, il popolarissimo Water Festival, varie feste religiose, gli anniversari della costituzione e dell'accordo di Parigi più le feste internazionali. Il saluto cambogiano è il sampeah, l'inchino a mani giunte mutuato dalla tradizione indiana e comune con il wai thailandese, il nop laotiano e il namasté indiano, cingalese e nepalese.
Sport tradizionali sono le arti marziali; tecniche tradizionali del popolo khmer sono il Bokator, da cui deriva la disciplina sportiva Pradal Serey, e il wrestling tradizionale khmer ("Bok Cham Bad" in lingua khmer). Gli alimenti principali sono composti da riso e pesce, essendo questi gli alimenti principali della popolazione.
Festività
In Cambogia si festeggiano, oltre alle feste internazionali, anche molte festività tradizionali e tipiche del paese.
In Cambogia si festeggiano due feste di capodanno, una il 1º gennaio ed è il capodanno internazionale, l'altro è il Songkran, ovvero il capodanno solare, che si festeggia il 14 15 e 16 aprile, ed è una delle maggiori feste dell'anno durante la quale gli Khmer puliscono e decorano la propria casa, fanno offerte e giocano a giochi tradizionali. Il "Bonn Dak Ben" e il "Bonn Pchoum Ben" sono due parti della stessa festività che si festeggia in agosto/settembre; la prima consiste nella commemorazione degli spiriti dei morti, l'altra, attuata 15 giorni dopo, consiste nel portare offerte ai templi. Il "Bonn Kathen" è un'altra festività religiosa, festeggiata in ottobre, lunga 29 giorni e consiste in un festival religioso e la popolazione marcia in processione verso i templi e i monaci cambiano da loro la loro vecchia roba con della nuova. Il 18 giugno si festeggia il compleanno della regina madre, Norodom Monineath Sihanouk, madre di Norodom Sihanouk. Il 24 settembre si festeggia il giorno della costituzione e il 23 ottobre l'accordo di pace di Parigi. Il 30 e 31 ottobre e il 1º novembre si festeggia il compleanno del re padre Norodom Sihanouk. Il Water Festival cambogiano, in lingua khmer chiamato "Bon Om Touk" o con altre varianti, è un'annuale e tradizionale festa cambogiana che si svolge durante la luna piena del mese di Kadeuk del calendario buddhista, si festeggia il 7, l'8 e il 9 novembre, ovvero durante la luna piena del mese Kadeuk del calendario buddhista; in questa occasione si festeggia per tutto il paese con festival, esibizioni e gare navali, fuochi d'artificio e baldoria generale.
Danza
« La danza è l'anima, la storia e la tradizione della Cambogia. » |
(Bopha Devi, figlia prediletta di Norodom Sihanouk e responsabile del Balletto Reale Khmer.) |
La danza tipica della Cambogia è quella Khmer, tratta dal poema sacro del Rāmāyaṇa e riprodotta sulle pareti dei templi. La storia della danza cambogiana si data a circa un migliaio di anni fa: fu frutto dell'influenza indiana sulle corti reali, che incoraggiarono questa forma artistica. Le danzatrici in Cambogia erano mantenute nei ginecei dei templi induisti ed erano equiparate alle Apsaras, ovvero figure minori della mitologia indiana; fu Norodom Sihanouk nei suoi primi anni di regno a permettere alle danzatrici di poter danzare anche per la gente comune. Sotto il regime degli Khmer Rossi la maggior parte delle danzatrici fu uccisa o mutilata; alla fine del regime la danza ha dovuto ripartire da zero, con fretta e fatica; si è dovuto ricucire tutti i costumi, ritrovare le danzatrici, gli artigiani che sapessero tessere le stoffe dei costumi e soprattutto le insegnanti e le coreografe. La danza khmer è caratterizzata da una dettagliata attenzione per il più piccolo movimento della danzatrice.negli spettacoli le ragazze cambiano espressione con lo sguardo o con movimenti del collo, i movimenti non sono plateali, ma minimi e aggraziati, i movimenti delle mani sono delicati e complicati; una danzatrice è scelta soprattutto per l'aspetto fisico, per l'espressività del viso e per la lunghezza delle mani.
Religioni in Cambogia
Il buddhismo, nella sua forma Theravada, è stata la religione dominante in Cambogia per la prima volta a partire dal regno di Jayavarman VII (1181-1200); prima della sua adozione come religione di Stato, però, per più di un millennio in terra cambogiana fiorì e si sviluppò anche l'induismo. Il cattolicesimo romano è stato invece introdotto dai missionari di madrelingua francese a partire dal loro primo arrivo in Indocina nel XVIII secolo, mentre l'islam di tipo sunnita è praticato tra la popolazione chăm; sono praticati variamente anche il confucianesimo e la religione popolare cinese.
Buddhismo
La storia del Buddhismo in Cambogia si estende per quasi due millenni, attraverso tutta una serie di imperi e regni successivi; la fede nel Buddha penetrò attraverso due differenti flussi: le sue prime forme, assieme con influenze indù, entrarono nel Regno del Funan con i commercianti di origine indiana.L'insegnamento della dottrina buddhista è presente in Cambogia almeno fin dal V secolo; religione ufficiale della nazione a partire dal XIII secolo (ad eccezione del periodo dei khmer rossi), è attualmente stimata esser la fede del 95% della popolazione.
Più tardi, un secondo flusso è entrato nella cultura cambogiana durante l'Impero Khmer del periodo di Angkor (IX-XV sec.), quando venne ad assorbire le varie tradizioni precedenti caratteristiche dei mon durante il periodo Dvaravati e il Regno Hariphunchai.
Per i primi mille anni della storia del popolo khmer, la Cambogia è stata governata da una serie di re indù con occasionali regnanti buddhisti, come Jayavarman I e Suryavarman I. Una ricca varietà di tradizioni buddhiste iniziano allora a coesistere pacificamente in terra cambogiana sotto la tolleranza e gli auspici dei re di stirpe indù e del vicino regno Mon.
Induismo
Come detto la Cambogia è stata duramente influenzata dall'induismo, soprattutto durante il primo periodo del regno Funan, quando si trovò ad essere una delle religioni ufficiali ammesse: il paese è patria di uno dei due soli templi rimasti in tutto il pianeta dedicati al dio Brahma, mentre Angkor Wat è il più grande tempio indù esistente al mondo.
Islam
La religione musulmana è praticata dalla maggioranza della popolazione chăm (chiamato anche Islam Khmer) e dalle minoranze malesi presenti all'interno del paese; la persecuzione avvenuta durante gli anni '70 per opera dei Khmer rossi ne ha eroso notevolmente il numero, anche se poi a partire dagli anni '80 vi è stata una rinnovata crescita: tutti i musulmani presenti sono sunniti che seguono lo sciafeismo
Cristianesimo
Religioni tribaliLa prima opera missionaria cristiana nota compiuta in Cambogia è stata intrapresa dal predicatore dell'ordine domenicano portoghese Gaspar da Cruz nel 1555-56; secondo il suo racconto l'impresa fu un completo fallimento, avendo trovato un paese da un re e da funzionari brahmani: scoprì poi che essi "son le persone più difficili da convertire". Sentendo che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di convertirsi senza prima aver ottenuto il permesso del re, lasciò il paese profondamente deluso per non esser riuscito a battezzare le folle com'era sa intenzione iniziale. Nonostante la colonizzazione francese avvenuta durante il XIX secolo, il cristianesimo ha sempre avuto ben poco impatto tra il popolo; durante la seconda metà del '900 la maggior parte dei cattolici romani (a parte gli europei di origine francese) erano profughi vietnamiti.
L'associazione evangelica "Christian and Missionary Alliance (C&MA)", operante fin dagli anni '20 del XX secolo, fece opera missionaria; mentre missioni battiste statunitensi dedite all'istruzione funzionavano nelle province di Battambang e Siem Reap. Durante il censimento 1962 sono stati registrati 2mila protestanti, mentre durante gli anni '80 la maggioranza dei cristiani era situata nei campi profughi provenienti dalla Thailandia; stime del 1987 riducevano la comunità cristiana a poche migliaia di membri. I cattolici, rappresentanti lo 0,15% dell'intera popolazione, pur essendo privi di diocesi hanno un vicariato e due prefetture apostoliche; i mormoni sono ufficialmente entrati nel paese a partire dal 1996, raggiungendo col tempo 31 congregazioni (27 khmer e 3 vietnamite, oltre a quella internazionale).
La maggioranza degli abitanti delle zone montuose interne (detti Khmer Loeu) praticano sistemi religiosi locali autoctoni e sono vagamente identificati come animisti; ogni gruppo tribale possiede un proprio pantheon di spiriti locali: essi vedono generalmente il proprio mondo pieno di varie presenze invisibili (spesso chiamate yang), alcuni benevoli ed altri malevoli. Si associano entità spirituali al suolo, all'acqua, al fuoco e alle pietre, ai sentieri, il riso e così via.
Gli stregoni o specialisti religiosi del villaggio contattano questi spiriti (quando ciò se ne reputi necessario) e prescrivono i modi per placare la loro eventuale ira; mentre in tempi di crisi o cambiamento si può giungere anche a compiere sacrifici animali. La malattia è spesso ritenuta esser causata dagli "spiriti maligni"; alcune tribù possiedono particolari figure sciamaniche atte a curare i malati.
Oltre alla credenza negli spiriti, gli abitanti delle zone rurali possiedono anche credenze in tabù su molti oggetti o pratiche particolari; i gruppi etnici Ê-đê e Jarai hanno una gerarchia ben sviluppata di spiriti con, alla sua testa, un capo supremo.
Sebbene la maggior parte dei cambogiani aderisca al buddhismo o ad altri tra i gruppi religiosi principali come induismo, islam e cristianesimo, continua purtuttavia a sussistere anche una forte convinzione negli spiriti protettori degli antenati ancestrali.
Ebraismo
Esiste in Cambogia anche una piccolissima comunità ebraica, rappresentata da poco più di 100 persone; a partire dal 2009 nella capitale Phnom Penh è stata aperta una casa Chabad.