Turismo / Trasporti
Struttura economica
L'economia belga, nonostante alcune debolezze strutturali, è una delle più avanzate d'Europa. Il suo sviluppo è dovuto a una pluralità di fattori geografici e storici: una posizione geografica strategica nell'area economicamente più dinamica del continente europeo e un'articolata ed efficiente rete di collegamenti marittimi, fluviali e terrestri, che hanno reso possibile un elevato grado di integrazione economica con i Paesi limitrofi; una tradizionale e consolidata esperienza mercantile, che ha sempre proiettato l'economia belga verso i mercati internazionali, supportata in questo da un sistema portuale fra i più sviluppati d'Europa; un'antica tradizione artigiana e industriale risalente al Medioevo (la Fiandra tessile, le armerie di Liegi, i soffiatori di vetro di Charleroi) che, favorita dalla presenza di vasti bacini carboniferi, ha stimolato un precoce sviluppo dell'industrializzazione. Infatti, nel XIX secolo il Belgio fu uno dei primi Paesi a essere raggiunto dalla Rivoluzione industriale, grazie allo sfruttamento del carbone del solco Haine-Sambre-Mosa, alla facilità delle comunicazioni e alla disponibilità di una manodopera abbondante e qualificata. Il Belgio occupa il 16º posto nella classifica ISU (Indice di Sviluppo Umano), mentre l'Italia è collocata nella diciottesima posizione.
Trasporti e vie di comunicazione
Nell'Ottocento il Belgio fu tra i precursori dello sviluppo delle ferrovie e società belghe parteciparono in mezza Europa alla costruzione e alla gestione di nuove linee. Belga fu anche la società che in Europa gestì il servizio ristorante e letti la Compagnie Internationale des Wagons-Lits, fondata da Georges Nagelmackers.
Anversa, situata lungo la Schelda, pur distando 84 km dal mare, è uno dei porti più attivi del mondo (secondo solamente, in Europa, al vicino porto di Rotterdam).
I fiumi del Belgio sono collegati tra loro da un articolato sistema di canali che si estende per una lunghezza complessiva di circa 1.600 km navigabili. A essi si aggiungono i 152 250 km di strade e i 3.542 km di rete ferroviaria: una rete tanto estesa che il Belgio è attualmente il paese con la più alta densità di linee di comunicazione del mondo.
La compagnia aerea di bandiera Sabena, un tempo tra le principali compagnie internazionali, ha chiuso i battenti nel 2001 a causa della crisi del trasporto aereo innescata dagli attacchi terroristici dell'11 settembre a New York; il principale scalo aeroportuale del Paese è l'aeroporto internazionale di Bruxelles.
Divari regionali
In uno scenario economico complessivamente positivo emergono però significative divergenze regionali. La Vallonia, regione mineraria di precoce industrializzazione e principale motore dell'economia belga fino agli anni settanta, ha sofferto profondamente della crisi del settore siderurgico e si è affacciata alle soglie del XXI secolo con esigenze di riconversione industriale, con un livello di sviluppo inferiore a quello dei Paesi limitrofi e con un elevato tasso di disoccupazione.
L'efficiente regione di Bruxelles si presenta come una grande e moderna metropoli, decisamente cosmopolita e fortemente orientata verso il terziario avanzato, che trae beneficio dall'Unione Europea e dalla globalizzazione economica, ma che appare tuttavia ostacolata dalla limitatissima estensione territoriale (meno dell'1% del territorio belga).
Senza dubbio le Fiandre costituiscono attualmente l'area forte del Paese dal punto di vista economico, favorite dalla posizione geografica e dalle infrastrutture di comunicazione (il sistema portuale Anversa-Gand-Zeebrugge; una rete stradale ben integrata nelle principali direttrici europee nord-sud e ovest-est; una rete ferroviaria molto sviluppata; l'aeroporto internazionale di Bruxelles), da un'economia molto orientata all'export (per circa due terzi la produzione industriale delle Fiandre è destinata all'esportazione), da un contesto socio-economico che attrae capitali stranieri e da una struttura produttiva flessibile e tecnologicamente avanzata.
Risorse naturali e energia
Storicamente, il carbone è stata la principale risorsa mineraria del Belgio, localizzato in due bacini principali: quello del solco Haine-Sambre-Mosa, che non è più sfruttato a partire dagli anni sessanta a causa dell'esaurimento delle riserve di facile estrazione, e quello delle Campine, dove invece è sopravvissuta una modesta attività estrattiva. Nel corso del XIX secolo sono stati intensivamente sfruttati anche i giacimenti di ferro e zinco localizzati nella valle del Sambre-Mosa, oggi esauriti.
Ancora importanti sono, al contrario, le miniere di gesso e di calcare nei pressi di Tournai, Mons e Liegi, che alimentano una significativa industria del cemento. Sono presenti inoltre cave di marmo e depositi di sabbie, utilizzate in vetreria, e di argille, per la produzione di ceramiche e mattoni.
Le risorse idriche sono concentrate nel meridione del Paese. La maggior parte dei corsi d'acqua ha origine nelle Ardenne e scorre verso nord. Una distribuzione geograficamente equilibrata delle risorse idriche è garantita da un complesso sistema di acquedotti, canali e bacini artificiali.
Le centrali nucleari di Doel, nella provincia di Anversa, rappresentano la principale fonte di energia elettrica, coprendo i due terzi del fabbisogno nazionale. La porzione restante della domanda energetica è soddisfatta dalle centrali termoelettriche e, seppur in minima parte, da quelle geotermiche e idroelettriche.
Settore primario
Come quella dei Paesi Bassi l'agricoltura del Belgio è in buona misura "artificiale", essendo praticata su suoli che in origine non erano idonei alle pratiche agricole, con l'eccezione di alcuni buoni terreni localizzati nel Belgio centrale; suoli che sono stati conquistati all'agricoltura dall'opera secolare dell'uomo, grazie alla sistemazione dei polder, al riscaldamento artificiale dei terreni, alla forzatura in cassoni e serre.
Pur essendo praticata in maniera intensiva e con l'ausilio di tecnologie moderne, l'agricoltura riveste un ruolo sempre più marginale nella struttura economica belga: rappresenta poco più dell'1% del PIL e impiega appena il 2% della forza lavoro. Anche la superficie agricola appare in costante declino, essendo passata da oltre il 50% negli anni sessanta a poco più d'un quarto della superficie del Paese. Va mutando anche la dimensione media delle aziende agricole, che tende ad aumentare con la progressiva scomparsa dei piccoli coltivatori, sostituiti da strutture societarie in grado di far fronte agli investimenti in meccanizzazione e nuove tecnologie indispensabili per incrementare la produttività dei suoli.
Le Fiandre, tradizionalmente agricole, sono ancora oggi la regione più interessata dalle attività del settore primario, realizzando oltre i due terzi del valore aggiunto del comparto; poco meno di un terzo è attribuibile alla Vallonia, mentre il contributo della regione di Bruxelles è, naturalmente, pressoché inesistente.
Un posto di particolare rilievo è occupato dall'orticoltura, praticata soprattutto nelle Fiandre, che rappresenta quasi un quarto dell'intera produzione agricola. Nell'ambito della floricoltura sono famose nel mondo le azalee e le begonie delle Fiandre orientali. Le altre principali produzioni agricole sono la barbabietola da zucchero, la cicoria, il lino, i cereali e le patate.
L'allevamento del bestiame (suini, specialmente nelle Fiandre, e bovini da carne e da latte) costituisce tuttavia la principale voce del settore primario, con quasi due terzi del valore totale. Di scarso rilievo appare la pesca, praticata nei banchi del Mare del Nord. Va infine menzionata la silvicoltura, localizzata soprattutto nelle Ardenne e nelle Campine.
Settore secondario
Nonostante gli effetti negativi della crisi siderurgica e le difficoltà incontrate negli anni ottanta da alcuni comparti tradizionali (in particolar modo dal tessile), il Belgio appare all'inizio del XXI secolo come un Paese con base industriale ancora solida, che occupa oltre un quarto della popolazione attiva, contribuisce alla formazione del PIL nella misura del 25% e presenta un indice di produttività in crescita, nonostante il calo registrato nei primi anni dell'ultimo decennio.
I principali settori del comparto manifatturiero, sia dal punto di vista del fatturato sia da quello dell'occupazione, sono l'agroalimentare, la chimica e la metallurgia; importanti sono anche la meccanica (soprattutto la costruzione di vagoni ferroviari e l'assemblaggio di autovetture straniere), la petrolchimica, l'elettronica e l'elettrotecnica, il tessile e la produzione di carta; di un certo rilievo, e forti di una consolidata tradizione, sono le lavorazioni del vetro (rinomate sono le cristallerie di Val Saint-Lambert) e del legno.
Alcuni dei principali poli manifatturieri sono localizzati nei grandi agglomerati urbani. Il più importante è l'agglomerato di Anversa, che ha una struttura industriale orientata verso settori a elevata intensità di capitale e in stretto collegamento con le infrastrutture portuali (chimica, elettronica, agroalimentare); molto sviluppata e tipica dell'area è la lavorazione delle pietre preziose. Il secondo polo industriale del Belgio è quello della regione metropolitana di Bruxelles, basato principalmente su produzioni di largo consumo a elevato contenuto tecnologico. La struttura manifatturiera dell'area di Gand consiste in un antico nucleo di industrializzazione leggera (soprattutto tessile) e di un più recente polo chimico e metallurgico che gravita sulle strutture portuali. Le altre regioni industriali del Belgio, situate al di fuori dei grandi agglomerati urbani, sono quella delle Fiandre interne, in particolar modo l'area di Kortrijk, caratterizzata da una fitta rete integrata e flessibile di piccole e medie imprese (tessili, mobilifici, prodotti metallici), e quella nord-orientale, che al contrario è sempre stata contrassegnata dalla presenze della grande industria pesante, a capitale di prevalenza straniero (assemblaggio di autovetture, chimica).
Settore terziario
Come in tutti i Paesi sviluppati, il principale settore economico del Belgio è quello terziario, che contribuisce per quasi tre quarti all'occupazione e alla formazione del PIL. I servizi privati (commercio, trasporti e comunicazioni, servizi finanziari e assicurativi, locazioni, attività professionali) risultano di gran lunga preponderanti sulle attività della pubblica amministrazione, sintomo di una struttura socio-economico avanzata.
La più importante branca del terziario è il commercio, che alla fine degli anni novanta è più che raddoppiato rispetto ai valori dei primi anni ottanta, e una base occupazionale di poco inferiore a quella dell'intero comparto manifatturiero. Il particolare rilievo che il commercio, specialmente quello estero, ha sempre rivestito nell'economia belga è da ricollegare alla posizione centrale che il Paese occupa nell'area più ricca dell'Europa e all'eccezionale sviluppo delle infrastrutture di trasporto. Queste particolari condizioni hanno fatto del Belgio un Paese dall'economia estremamente aperta, che all'inizio del XXI secolo risulta essere la decima potenza commerciale del pianeta, titolare di una quota pari al 3,2% dell'intero commercio mondiale.
Le principali voci dell'esportazione sono i macchinari e i mezzi di trasporto, i prodotti chimici e farmaceutici, le pietre preziose, i tessili e i prodotti alimentari. Mezzi di trasporto, combustibili, prodotti chimici, derrate alimentari e prodotti tessili costituiscono invece il grosso delle importazioni.
I maggiori partner commerciali del Belgio sono i Paesi dell'Unione Europea (in particolar modo Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito), che rappresentano circa due terzi dell'export e oltre il 70% dell'import.
L'area di maggiore concentrazione del terziario avanzato è quella di Bruxelles, la quale, grazie al suo ruolo di capitale nazionale e di crocevia di relazioni internazionali, rappresenta la sede privilegiata nel Paese per banche, assicurazioni, società finanziarie, enti e organizzazioni sovranazionali, laboratori di ricerca e istituzioni universitarie. Nell'area di Anversa si osserva invece una predominanza di servizi legati alle attività portuali e di import-export. Nella regione vallone, la debolezza del sistema industriale e la storica dipendenza dai centri decisionali finanziari e politici localizzati nella capitale hanno ostacolato lo sviluppo di un terziario moderno, che qui assume prevalentemente la forma dei servizi della pubblica amministrazione.
Un non trascurabile rilievo va assumendo anche il turismo, concentrato essenzialmente nelle città d'arte, nei centri balneari della costa e nella regione collinare delle Ardenne.