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Lingue

Lingua italiana

L'italiano è la lingua ufficiale e la più parlata; essa è inoltre una delle lingue ufficiali dell'Unione europea. Appartiene al gruppo delle lingue romanze orientali della famiglia delle lingue indoeuropee, e deriva dal dialetto fiorentino del Trecento, idioma diffusosi presso le classi colte di tutta Italia grazie anche ai grandi scrittori toscani dell'epoca come Dante, Boccaccio e Petrarca.

L'italiano moderno, nato nell'Ottocento in gran parte grazie all'opera di Alessandro Manzoni, e parlato negli anni dell'unità solo dal 2,5% della popolazione, si è in seguito diffuso gradualmente prima grazie all'istruzione elementare, al fenomeno dell'inurbamento e alla creazione di una burocrazia e di un esercito nazionali e, dopo la seconda guerra mondiale, a causa dell'azione di radio e televisione. Ciononostante nel paese vengono ancora parlati un gran numero di lingue e dialetti, questi ultimi sviluppatisi autonomamente dal toscano, ma evolutisi come quest'ultimo dal latino.

Altre lingue

A livello locale sono riconosciute come co-ufficiali le seguenti lingue:

  • francese: in Valle d'Aosta
  • sloveno: nelle province di Trieste, Gorizia e Udine
  • tedesco: in provincia di Bolzano e in Val Canale (Friuli Venezia Giulia)
  • ladino: nei comuni ladinofoni del Trentino-Alto Adige

In queste regioni gli uffici pubblici e la segnaletica stradale sono bilingui o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e walser dell'alta valle del Lys), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nell'altra lingua.

Le minoranze linguistiche storiche presenti e riconosciute all'interno dei confini della Repubblica italiana sono elencate dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482. Essa tutela "le popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo". Vi sono inoltre diverse parlate regionali che, sebbene siano censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e dalla comunità linguistica internazionale come lingue non riconducibili all'italiano, non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano.

Il livello di tutela di alcune minoranze è stabilito sia dalla normativa italiana sia dai trattati internazionali: è il caso della minoranza germanofona dell'Alto Adige e dei comuni bilingui della provincia di Trento, il cui status è regolato dall'accordo De Gasperi-Gruber, e di una parte della minoranza slovena del Friuli-Venezia Giulia, contemplata dal Memorandum di Londra col quale Italia e Jugoslavia assunsero rispettivamente l'amministrazione civile delle zone A e B del Territorio Libero di Trieste.

La lingua dei segni italiana (LIS), ossia la lingua visiva dei cittadini sordi, è riconosciuta dalla regione Valle d'Aosta dal 2006.

Religione

In Italia vige il principio della laicità dello Stato e pertanto non vi è una religione ufficiale.

I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici: nel 2006 l'87,8% si dichiarava cattolico e il 30,6% praticante, percentuale scesa, per effetto di un crescente processo di secolarizzazione, al 24,4% secondo il rapporto Eurispes 2010, a fronte del 18,5% della popolazione di agnostici o non credenti.

La Chiesa cattolica in Italia è organizzata in 225 diocesi più un ordinariato militare; il vescovo di Roma ne è primate e assume il titolo di Papa. La Chiesa esercita un ruolo influente nella società italiana, prendendo posizione su temi religiosi, sociali e politici, come il divorzio e l'aborto negli anni settanta o, in anni più recenti, il testamento biologico e la fecondazione assistita, la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche italiane (rimozione alla quale si dichiarano contrari oltre il 60% degli italiani, con solo il 17% favorevoli) o le politiche sull'immigrazione.

Il rapporto Stato-Chiesa è previsto dalla Costituzione, che lo demanda ai Patti Lateranensi, rivisti nel 1984 col nuovo concordato (i rapporti con altre confessioni religiose sono regolati da specifiche intese), nel quale il sostegno statale alla Chiesa è stabilito attraverso una quota proporzionale dell'otto per mille del gettito IRPEF, che si aggiunge ad altri finanziamenti alla Chiesa cattolica in Italia.

Fra le religioni minoritarie sono presenti diverse altre confessioni cristiane (in modo particolare ortodossi e protestanti, questi ultimi in massima parte pentecostali), ebrei, mormoni e testimoni di Geova. L'immigrazione contribuisce ad alimentare alcune tra le minoranze religiose presenti nel Paese, le più numerose delle quali sono i cristiani-ortodossi, i musulmani, i buddhisti e gli induisti.

Arte

Nel corso dei secoli l'Italia, secondo tutti gli storici, ha portato un contributo di primo piano alla cultura mondiale. In particolare nei due periodi in cui il territorio italiano fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano e il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di grande rilevanza. Dai templi greci ai borghi medievali, dalle terme romane alle ville settecentesche, l'Italia possiede molteplici monumenti nazionali, dichiarati tali da una legge apposita che ne riconosce l'importanza culturale e artistica per la comunità. Sebbene vari istituti si occupino della catalogazione dei beni artistici italiani, non è possibile formulare una stima affidabile del patrimonio artistico nazionale, che peraltro ha subito e subisce una consistente opera di dispersione.

Architettura

L'eredità dell'antichità classica rappresenta il primo e più importante fattore nello sviluppo delle arti in tutta Italia. L'influenza dell'architettura romana si protrarrà nelle chiese paleocristiane, costruite sul modello delle basiliche civili dell'antichità; pregevoli esempi, con influenze bizantine, nelle basiliche di San Vitale e Sant'Apollinare Nuovo in Ravenna.

Nel VII secolo nascono i complessi abbaziali unitamente alle espressioni dell'architettura longobarda, con significative testimonianze nel tempietto di Cividale del Friuli, nella basilica di San Salvatore a Brescia e nella chiesa di Santa Sofia a Benevento. Della renovatio carolingia e il recupero della classicità attuati da Carlo Magno nel IX secolo permangono importanti complessi architettonici principalmente a Roma (basilica di Santa Prassede), Bardolino, Spoleto e Milano.

Il X e l'XI secolo vedono la fioritura delle cattedrali romaniche, come la basilica di San Marco, il duomo di Pisa e il duomo di Modena, mentre la basilica di Sant'Ambrogio a Milano presenta una copertura con volte a crociera con costoloni tra le più antiche d'Europa.Nel secolo successivo si diffonde nell'Italia meridionale l'architettura arabo-normanna che ha nel palazzo dei Normanni a Palermo e nel duomo di Monreale alcuni fra gli esempi più caratterizzanti. Contemporaneamente nell'architettura civile fanno la loro comparsa numerose torri gentilizie; celebri quelle di San Gimignano e di Bologna.

L'architettura gotica, introdotta dai cistercensi, spazia dall'originale protogotico della basilica di San Francesco ad Assisi alle chiese di Firenze (cattedrale di Santa Maria del Fiore, basilica di Santa Croce, basilica di Santa Maria Novella), Siena (duomo di Santa Maria Assunta), Orvieto (duomo), Napoli (basilica di San Lorenzo Maggiore), Bologna (basilica di San Petronio), Venezia (basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari) e Milano (duomo). Fra i castelli disseminati nella penisola spicca il celebre Castel del Monte.

Il primo Rinascimento trova testimonianza a Firenze nella cupola di Santa Maria del Fiore e nello spedale degli Innocenti costruiti dal Brunelleschi e nell'attività di Leon Battista Alberti. Il pieno Rinascimento, invece, è essenzialmente romano e legato ai nomi di Bramante, Raffaello e Michelangelo, i quali furono attivi nella ricostruzione della basilica di San Pietro in Vaticano. Per le realizzazioni urbanistiche rinascimentali mirabile esempio è l'Addizione Erculea a Ferrara. Il passaggio dal Rinascimento al manierismo, esemplificato da Baldassarre Peruzzi nella Villa Farnesina,[212] vede attivi Jacopo Barozzi da Vignola, Giulio Romano e Giorgio Vasari, mentre l'opera di Andrea Palladio (che influenzerà l'architettura occidentale con l'avvento del neopalladianesimo) oscilla tra i tratti manieristici delle architetture religiose, a quelli più rinascimentali delle costruzioni laiche.

Lo stile barocco, preannunciato da Jacopo Barozzi da Vignola nella chiesa del Gesù, si sviluppa a Roma, dove si concentrano le principali realizzazioni, influenzando tutto il mondo cattolico. Alle prime opere di Carlo Maderno e Martino Longhi il Giovane seguono i capolavori di Gian Lorenzo Bernini (piazza San Pietro), Francesco Borromini (chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza) e di Pietro da Cortona (facciata di Santa Maria della Pace).

Alla prima metà del Settecento risale il più significativo esempio tardo barocco e rococò: la palazzina di caccia di Stupinigi, progettata da Filippo Juvara. Invece, nel Regno di Napoli, con Luigi Vanvitelli, viene avviata, dal 1752, la costruzione della reggia di Caserta, ultima grande realizzazione del barocco italiano. Dopo la seconda metà del secolo l'architettura neoclassica produce, anche nella sua variante neogreca, diverse opere di valore come la grande basilica di San Francesco da Paola a Napoli. Con l'unità d'Italia prevale lo stile neorinascimentale o, più in generale, l'eclettismo.

L'Art Nouveau ha in Giuseppe Sommaruga, Ernesto Basile e Raimondo D'Aronco i principali esponenti, mentre nel 1914 Antonio Sant'Elia pubblica il Manifesto dell'Architettura futurista e le sue tavole della "Città Nuova", proponendo nuovi modelli architettonici che esaltano la funzionalità e una nuova estetica.

Il razionalismo italiano si manifesta inizialmente con l'attività del Gruppo 7 e MIAR, ove si distingue Giuseppe Terragni, che fra le altre opere realizzerà la Casa del Fascio di Como. Negli anni trenta prende forma e ha maggiore impulso la tendenza, favorita dal regime, al cosiddetto neoclassicismo semplificato di cui Marcello Piacentini sarà l'esponente più rappresentativo.Le tendenze razionaliste trovano diversi sviluppi e reazioni nel dopoguerra diversificandosi sempre più; nel tentativo di umanizzare l'International Style, si sviluppa il neorealismo, al quale subentra il neoliberty e, in seguito, il brutalismo.

Il postmoderno, anticipato da Paolo Portoghesi, trova la sua consacrazione nelle opere di Aldo Rossi.

Tra i principali architetti attivi in Italia tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si ricordano Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, lo svizzero Mario Botta e l'irachena Zaha Hadid.

Pittura e scultura

Le prime rilevanti produzioni artistiche in Italia risalgono al neolitico. Nell'evo antico, etruschi e romani costituiscono grandi poli artistici in grado di rivaleggiare con l'arte greca. Con il tardo impero e le invasioni barbariche si avvia quel processo di decentramento che porta a far fiorire più capitali e più centri artistici come Milano, Ravenna e Pavia. Eccezionale e irripetibile è la fioritura di Palermo sotto gli arabi. Dopo l'anno Mille si ha una ripresa della produzione artistica, che culmina nei grandi cantieri architettonici romanici, in cui viene riavviata anche la scultura monumentale, come con Wiligelmo e Benedetto Antelami.

La pittura invece subisce sorti alterne, restando fermamente ancorata ai modelli bizantini fino al XIII secolo. I mercanti delle repubbliche marinare, soprattutto Pisa e Venezia, portando in patria modelli e spunti da tutto il Mediterraneo, danno impulso alle scuole locali, in cui non mancano di manifestarsi graduali progressi. In Toscana Nicola Pisano, Cimabue e Giotto pongono infatti le basi per una vera e propria rivoluzione figurativa, dove la rappresentazione veritiera dello spazio, della figura umana e dei suoi affetti è alla base di futuri, straordinari sviluppi. L'arte gotica fiorisce con risultati di estrema eleganza in centri come Siena, Milano, Napoli.

Il Rinascimento è un fenomeno culturale di ampia portata, che affonda le radici nell'Umanesimo letterario trecentesco e nel rinnovato interesse per l'arte romana. Agli albori del Quattrocento, a Firenze, Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio stimolano uno sviluppo delle arti all'insegna di un rinnovato rigore, della rinuncia all'"ornato" superfluo e della costruzione geometrica dello spazio, la prospettiva. La loro lezione viene ripresa da altri artisti, che nei loro viaggi diffondono il nuovo stile contaminandolo con le scuole locali e dando origine al periodo straordinario delle corti, in cui centri come Urbino, Ferrara, Mantova, Padova, Rimini, Napoli e l'Umbria, oltre a Firenze, forniscono nuove idee all'insegna di un panorama estremamente ricco e variegato.

Il Cinquecento si apre con figure universali come Leonardo, Raffaello e soprattutto Michelangelo, facendo dell'Italia il modello di riferimento per tutta l'arte europea. La straordinaria stagione della Roma papalina fornisce un modello artistico dominante, al quale solo Venezia, con Giorgione e Tiziano, è in grado di fornire un'alternativa altrettanto valida. Eventi tragici come il Sacco del 1527 portano alla dispersione degli artisti, garantendo però una nuova fioritura periferica.

Quando già le bizzarrie del manierismo, estremo sviluppo del Rinascimento romano e fiorentino, fanno presa in tutta Europa, la storiografia artistica vede la sua nascita con l'opera di Giorgio Vasari, il primo, grande, consapevole documentatore dei fatti artistici fin dai tempi della Grecia classica.

Il Seicento si apre con l'invenzione di un nuovo stile, il barocco, a Roma, che domina la scena artistica europea per un secolo e oltre. Artisti come Caravaggio, Bernini e Borromini sono i mattatori di un rinnovamento di grande impatto, che si affranca dai canoni dell'arte classica.

Dopo essere diventata la meta di artisti di tutto il mondo, col Grand Tour, aver espresso la grande scuola dei vedutisti veneziani (Canaletto su tutti) e figure del calibro di Giambattista Tiepolo, nonché aver ricoperto un ruolo importante durante il periodo neoclassico con Antonio Canova, l'Italia dell'arte perde peso culturale al cospetto degli altri paesi europei. Si deve aspettare la fine del XIX secolo per ritrovare esperienze figurative di rilevanza europea con il movimento dei macchiaioli e quello dei divisionisti.

Durante il XX secolo l'Italia partecipa a pieno titolo alle rapide vicissitudini dell'arte moderna, con il futurismo (la prima delle avanguardie storiche), la metafisica, l'arte povera e la transavanguardia, fino agli artisti contemporanei, alcuni vere e proprie celebrità rinomate anche all'estero.

Letteratura

La nascita della letteratura italiana si fa canonicamente risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti privati, di manoscritti di carattere religioso, laico e giocoso, a uso della comunità religiosa e laica, ma sempre a un alto livello della scala sociale (per esempio i notai). Ciò che permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua. Infatti, prima del Duecento la lingua utilizzata per scrivere i documenti era il latino.

Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (il Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi e le Laude di Jacopone da Todi), la Scuola siciliana (nata a Palermo alla corte di Federico II di Svevia) e, alcuni decenni più tardi, la lirica toscana. A cavallo tra XIII e XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre grandi opere letterarie: la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere di Francesco Petrarca e il Decameron di Giovanni Boccaccio. In questo periodo, inoltre, emergono i poeti Guittone d'Arezzo, Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, in cui è assente la componente religiosa usata dai suoi predecessori.

Nel XV secolo si distinguono invece personaggi poliedrici come Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Lorenzo de' Medici, letterato e mecenate, che promuove la nuova letteratura in volgare, Angelo Poliziano, traduttore del poema Iliade, e Matteo Maria Boiardo, che compone l'Orlando Innamorato. Nel XVI secolo Ludovico Ariosto, compone il poema Orlando Furioso, Niccolò Machiavelli scrive Il Principe, Baldassarre Castiglione scrive Il Cortegiano e Torquato Tasso è autore della Gerusalemme liberata. Nel XVII secolo emergono le figure di Giovan Battista Marino, rappresentante della poesia barocca e di Alessandro Tassoni, ideatore del poema eroicomico, in quello successivo quelle del poeta tragico Vittorio Alfieri e di Giuseppe Parini, autore de Il giorno.

A cavallo tra XVIII e XIX secolo spiccano Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni, Vincenzo Monti, che traduce l'Iliade in lingua italiana, Ugo Foscolo, tra i principali esponenti del neoclassicismo, patriota e sostenitore di Napoleone, Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi (una delle maggiori opere della letteratura italiana) e Giacomo Leopardi, uno dei grandi poeti italiani del XIX secolo. Da citare, nella seconda metà dell'Ottocento, anche la figura di Francesco de Sanctis, critico e storico della letteratura italiana. Nel XX secolo si distinguono Giosuè Carducci (premio Nobel per la letteratura nel 1906), Giovanni Verga, esponente del verismo, Grazia Deledda, Nobel nel 1926, Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, esponenti del decadentismo italiano e Luigi Pirandello, Nobel nel 1934. Altri autori importanti del periodo sono stati Giuseppe Ungaretti, Italo Svevo, Italo Calvino e i premi Nobel Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e Dario Fo.

Teatro

Il teatro latino, presente sin dai tempi dell'antica Roma, che in alcune farse ripropone il teatro greco rappresentato nella Magna Grecia, vede all'apice della sua espressione Livio Andronico, Plauto, Terenzio (per la commedia) e Seneca (per la tragedia). Dopo un periodo di decadimento generale delle arti successivo alla caduta dell'impero romano, nel Medioevo il teatro riprende nuovo vigore grazie alle sacre rappresentazioni e all'opera buffonesca e satirica dei giullari.

In età moderna emerge la figura di Carlo Goldoni, che supera la tradizione della commedia dell'arte, sviluppatasi tra XVI e XVIII secolo, basata sull'improvvisazione degli attori e sui canovacci, e introduce una nuova forma di teatro, in cui le maschere vengono progressivamente eliminate e si passa dall'improvvisazione a una recitazione che segue un copione preciso; bisogna inoltre ricordare il melodramma del Metastasio e l'Opera dei Pupi, un teatro delle marionette diffusosi nell'Italia meridionale tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo e inserito dall'UNESCO tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.

Durante il XX secolo spicca la figura di Luigi Pirandello la cui apparizione costituisce uno degli avvenimenti chiave del teatro europeo contemporaneo. Tra gli altri esponenti del periodo vanno annoverati Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Gilberto Govi e Dario Fo.

Musica

La musica italiana comincia a svilupparsi nel Trecento con la diffusione dell'ars nova, che introduce la polifonia nella musica profana. In questo periodo, città come Mantova, Firenze, Ferrara, Venezia, Milano e Roma diventano centri di primo piano nel panorama musicale europeo, mentre nel Quattrocento si ricordano i canti carnascialeschi nati a Firenze nell'epoca di Lorenzo il Magnifico.

Nel Cinquecento si ricordano Costanzo Festa, primo polifonista di fama internazionale, Gioseffo Zarlino, che dà un notevole contributo alla teoria del contrappunto, Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, Carlo Gesualdo, uno dei principali innovatori del linguaggio musicale e Claudio Monteverdi, grazie al quale nasce e si afferma l'opera lirica e in particolare il melodramma.

Nel Seicento l'Italia è sede delle prime grandi scuole di musica strumentale, che influenzeranno i musicisti di tutta Europa soprattutto attraverso le opere degli autori del periodo barocco Giovanni Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Arcangelo Corelli, che dà un notevole contributo allo sviluppo dell'arte violinistica e del concerto grosso, Antonio Vivaldi, che accentua il virtuosismo individualistico e con il quale il concerto assume una sua struttura definitiva, Domenico e Alessandro Scarlatti, che rinnovano le composizioni per clavicembalo e Giovanni Battista Pergolesi.

Nel Settecento, Luigi Boccherini, Luigi Cherubini e Antonio Salieri, compositore ufficiale della corte asburgica, sono i maggiori rappresentanti della musica strumentale e operistica italiana mentre Napoli diviene, grazie ai suoi conservatori, un importante centro di formazione e aggiornamento e un indiscusso riferimento nel mondo musicale e teatrale europeo, ove insegnano Alessandro Scarlatti, Tommaso Traetta, Niccolò Jommelli e Nicola Porpora, alla cui scuola si formano numerosi castrati, tra cui Carlo Broschi, in arte Farinelli, il più celebre sopranista del Settecento. In tale contesto si sviluppa l'opera buffa, genere operistico della musica intesa come divertimento, rappresentato da compositori come Baldassare Galuppi, Niccolò Piccinni, Pietro Alessandro Guglielmi e Domenico Cimarosa e da opere come La serva padrona, La Cecchina e Il matrimonio segreto.

Del periodo romantico si ricordano opere liriche come il Guglielmo Tell e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, I puritani di Vincenzo Bellini, l'Aida, il Nabucco, La traviata e il Rigoletto di Giuseppe Verdi; sono invece ispirate al verismo la Turandot, Madama Butterfly, la Tosca e La bohème di Giacomo Puccini, i Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

Vanno ricordati anche strumentisti come Niccolò Paganini, uno dei maggiori violinisti del XIX secolo; Arturo Benedetti Michelangeli, raffinato interprete di pianoforte del XX secolo; Maurizio Pollini, Salvatore Accardo e Uto Ughi, violinisti di fama internazionale e infine il violoncellista Mario Brunello. Tra le orchestre sinfoniche risaltano l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, l'Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo e la Filarmonica della Scala di Milano; tra i direttori d'orchestra spiccano Arturo Toscanini, Ferruccio Busoni, Riccardo Muti, Claudio Abbado. Sono italiani molti interpreti della lirica del XIX e del XX secolo: i tenori Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso, i soprani Renata Tebaldi e Katia Ricciarelli, il mezzosoprano Cecilia Bartoli, i bassi-baritoni Ruggero Raimondi e Sesto Bruscantini e i contralti Marietta Alboni, Clorinda Corradi e Rosmunda Pisaroni.

Il repertorio che va dagli inizi dell'Ottocento all'immediato secondo dopoguerra, la cui epoca d'oro cade a cavallo tra XIX e XX secolo, costituisce la canzone classica napoletana, nata tradizionalmente nel 1839 con Te voglio bene assaje e che annovera brani celebri come 'O sole mio, 'O surdato 'nnammurato e Torna a Surriento.

Nel XX e nel XXI secolo, in seguito al risveglio musicale in atto nei vari paesi europei, alcuni compositori italiani cercano di proporre un nuovo linguaggio musicale come Ildebrando Pizzetti, Alfredo Casella, Ottorino Respighi, Gian Francesco Malipiero e Goffredo Petrassi durante le due guerre mondiali; Bruno Maderna, Franco Donatoni, Luciano Berio, Luigi Nono, Aldo Clementi dal dopoguerra sino ai nostri giorni.

La musica leggera italiana degli ultimi decenni può contare su rassegne canore di rilevanza internazionale come il Festival di Sanremo e lo Zecchino d'Oro.

Cinema

Agli inizi del Novecento, pochi anni dopo l'avvento del cinématographe, il cinema italiano nasce inizialmente a Torino e poi a Roma e conquista un ruolo di primo piano nel genere muto. Pellicole come, Gli ultimi giorni di Pompei, Quo vadis? e Cabiria lo fanno conoscere in tutto il mondo e la produzione viene esportata in molti paesi europei e negli USA, al punto che secondo molti storici il cinema italiano è nel periodo 1911 - 1915 al primo posto nel mondo. La guerra interrompe questa fase. Al suo termine viene tentato un rilancio con l'istituzione dell'U.C.I., ma invano, e per tutti gli anni venti la produzione filmica in Italia sarà di fatto inesistente, lasciando ampio spazio alle importazioni di film dagli USA e dalla Germania.

La ripresa arriva negli anni trenta: nasce nel 1932 la Mostra di Venezia mentre il regime fascista sulla spinta della parola d'ordine propagandistica che definisce il cinema "l'arma più forte" crea una serie di istituzioni, dall'Istituto Luce, al Centro sperimentale di cinematografia (1935), all'ENIC (1935) ed infine a Cinecittà (inaugurata nel 1937). Questo complesso di enti riesce a rilanciare, anche a seguito del divieto, istituito nel 1939, di importazione di pellicole straniere (il cosiddetto "monopolio"), la produzione italiana. All'estensione quantitativa non corrisponde però quella qualitativa, in quanto nella filmografia italiana del periodo prevalgono pellicole stucchevoli (il cinema "dei telefoni bianchi"), anche se la critica più recente ha teso ad un revisione dei giudizi su quel periodo. Rare, nonostante tutto, le pellicole di aperta propaganda.

Nel dopoguerra il cinema italiano dà vita alla grande stagione del neorealismo, i cui registi più noti, come Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Luchino Visconti ottengono importanti riconoscimenti all'estero, mentre in patria vengono spesso accusati di voler mostrare il volto negativo di un paese povero ed in macerie a causa della guerra. Ma già negli anni cinquanta si forma una generazione successiva di autori, tra cui Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, ai quali si affianca la figura unica e anticonformista di Pier Paolo Pasolini.

Alla fine degli anni cinquanta e nella prima metà dei sessanta, in un'Italia che ormai si è lasciata alle spalle i disastri della guerra e del primo dopoguerra e sta sperimentando un impetuoso sviluppo economico, prende vita un'altra "invenzione" della cinematografia italiana: la commedia all'italiana, con caratteri di satira di costume declinata con il sorriso, con registi come Pietro Germi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Luigi Comencini, Dino Risi e Pasquale Festa Campanile; a tale filone trovano spazio e si affermano numerosi attori come Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Totò, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi. Saranno però opere altamente drammatiche a condurre due attrici italiane all'assegnazione dell'Oscar. Anna Magnani (1956) e Sofia Loren (1962).

Alle fine degli anni sessanta e negli anni settanta, l'ottimismo cede al passo alla rappresentazione di una società tormentata. Appartengono a questo periodo il giallo all'italiana, in cui emergono i film di Lucio Fulci e Dario Argento, e, sull'onda dei gravi sconvolgimenti che il paese subisce, il cinema politico, con registi come Elio Petri e Francesco Rosi e interpreti come Gian Maria Volonté, oppure il cinema della difficoltà esistenziale (Marco Bellocchio). Ma in questo periodo il cinema italiano riesce anche a dar vita ad una nuova "invenzione", con il filone del cosiddetto "spaghetti-western", genere in cui spicca il regista Sergio Leone e gli attori Bud Spencer e Terence Hill.

A seguire, con l'avvento della televisione commerciale, inizia una crisi del settore che si protrarrà anche negli anni successivi e che nemmeno una straordinaria sequenza di successi internazionali riesce a risolvere. Non saranno utili, infatti, limitandoci solo ai titoli ed alle manifestazioni più importanti, i 9 premi Oscar vinti da L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1988) o quelli assegnati a Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1990), premiato anche a Cannes, a Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1992) e a La vita è bella di Roberto Benigni (1999). premiato anch'esso anche a Cannes. Da ricordare anche le figure di Franco Zeffirelli, Ermanno Olmi, Carlo Verdone, Nanni Moretti, Massimo Troisi per arrivare infine, più recentemente, a Paolo Sorrentino, vincitore dell'Oscar nel 2014 con La grande bellezza.

Negli anni duemila a incassare maggiormente al botteghino sono i cosiddetti film di Natale o cine-panettoni, caratterizzati da comicità grossolana, ma in grado di far presa sul largo pubblico, spesso ambientati in luoghi esotici.

Sport

Nel 2013 le federazioni sportive affiliate al CONI sono 45 con 4 500 327 praticanti, e 19 discipline associate. La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha il maggior numero di tesserati con 1 098 450 atleti iscritti, seguita dalla Federazione Italiana Pallavolo con 365 732 tesserati e dalla Federazione Italiana Pallacanestro con 313 587 tesserati.

A livello amatoriale, nel 2010 risultano oltre 19 milioni di individui che praticano almeno uno sport, pari al 33% della popolazione, a fronte di oltre 22 milioni, esattamente il 38,3%, che non svolgono alcuna attività fisica. Secondo un rapporto CENSIS-CONI del 2008, le attività ginniche equivalgono al calcio come sport più praticato, seguite dagli sport acquatici, il ciclismo, l'atletica leggera, gli sport invernali e il tennis.

La Serie A del campionato italiano di calcio è uno dei più importanti e seguiti campionati calcistici del mondo, nonché il quarto più competitivo d'Europa secondo il ranking stilato dall'UEFA nel 2015. La Nazionale italiana di calcio è una delle più titolate, avendo vinto quattro mondiali, un europeo e un'Olimpiade.

Tra gli altri sport popolari vi sono la pallacanestro, la pallavolo, il rugby, il ciclismo (che conta competizioni internazionali come il Giro d'Italia e la Milano-Sanremo), l'atletica leggera, la scherma e gli sport acquatici, come nuoto, pallanuoto e tuffi; infine, negli sport motoristici (automobilismo e motociclismo), vanno ricordati gli autodromi di Monza, Imola, Misano e del Mugello, le case motociclistiche, come Aprilia, Gilera, MV Agusta e Ducati e automobilistiche, come la Ferrari, che in Formula 1 detiene il record di titoli per piloti e costruttori, di vittorie per singole gare e di presenza ininterrotta dall'istituzione del campionato mondiale di Formula 1.

Per quanto riguarda i Giochi olimpici, Roma ha ospitato i Giochi della XVII Olimpiade, Cortina d'Ampezzo i VII Giochi olimpici invernali e Torino i XX Giochi olimpici invernali.

Nonostante le severe sanzioni delle federazioni sportive, anche lo sport italiano risente di effetti negativi come la diffusione del doping tra gli sportivi, professionisti e amatori (nel 2007 le federazioni hanno eseguito 11 250 controlli, con un tasso di positività dello 0,6%), la corruzione (caso eclatante nel 2006 è stato Calciopoli), gli eccessi economici, la violenza negli stadi e le discriminazioni.

La maglia azzurra è l'uniforme adottata da quasi tutte le compagini sportive che rappresentano l'Italia in ambito internazionale.

Tradizioni e folclore

L'Italia annovera numerose tradizioni storiche e folcloristiche di vario genere, famose anche a livello internazionale, come il Palio di Siena. Oltre al Palio, manifestazioni caratteristiche sono il Carnevale di Venezia, quelli di Viareggio, di Ivrea e di Mamoiada (con i caratteristici Mamuthones), i riti della Settimana Santa di alcuni comuni, oltre a varie tradizioni tipo l'infiorata di Genzano, la giostra del Saracino ad Arezzo, la festa dei ceri a Gubbio, la giostra della Quintana a Foligno e il calcio storico fiorentino. Dal 2013 l'UNESCO ha inserito tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità la rete delle grandi macchine a spalla italiane, comprendente la varia di Palmi, la macchina di Santa Rosa a Viterbo, la festa dei Gigli di Nola e la faradda di li candareri di Sassari.

Fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Italy