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Storia

Inghilterra preistorica e antica

Le prime testimonianze della presenza umana, nella zona ora conosciuta come Inghilterra, sono state quelle attribuite all'Homo antecessor, risalente a circa 780.000 anni fa. Le più antiche ossa proto-umane scoperte risalgono invece a 500.000 anni fa. Gli esseri umani moderni hanno costituito i primi nuclei abitati durante il periodo paleolitico superiore, anche se insediamenti permanenti sono stati istituiti solo negli ultimi 6.000 anni. Dopo l'ultima glaciazione solo i grandi mammiferi come i mammut, i bisonti e i rinoceronti lanosi rimasero. Circa 11.000 anni fa, quando i ghiacci cominciarono a ritirarsi, gli esseri umani ripopolarono l'area. La ricerca genetica suggerisce che i popoli provenivano dalla parte settentrionale della penisola iberica. Il livello del mare era più basso di adesso e la Gran Bretagna era collegata via terra sia all'Irlanda che all'Eurasia.

La cosiddetta "cultura del vaso campaniforme" arrivò intorno al 2500 a.C. Sono di questo periodo i principali monumenti neolitici rimastici, come Stonehenge e Avebury. Lo sviluppo della fusione del ferro ha permesso la costruzione di migliori aratri, portando un avanzamento dell'agricoltura, così come la produzione di armi più efficaci.

Durante l'età del ferro, la cultura celtica, derivata dagli Hallstatt e La Tène, arrivò dall'Europa centrale. La società era tribale, secondo la Geographia di Tolomeo vi erano circa venti diverse tribù della zona. Tuttavia, le divisioni precedenti non sono note poiché i britannici non sapevano né leggere né scrivere. Come altre regioni ai margini dell'Impero, la Gran Bretagna aveva a lungo goduto di legami commerciali con i Romani. Giulio Cesare aveva tentato di invaderla due volte nel 55 a.C., anche se in gran parte senza successo.

I Romani invasero la Britannia nel 43 d.C. durante il regno dell'imperatore Claudio, successivamente conquistando gran parte della Gran Bretagna, e la zona venne incorporata nell'Impero romano come provincia di Britannia. La più nota delle tribù native che ha tentato di resistere sono stati i Catuvellauni guidati da Carataco. In seguito, una rivolta guidata da Boudica, regina degli Iceni, si è conclusa con il suicidio della stessa regina in seguito alla sua sconfitta nella battaglia della strada Watling. Da qui in poi, in Inghilterra, iniziò a prevalere la cultura greco-romana, con l'introduzione del diritto romano, dell'architettura romana, di reti fognarie, di molti strumenti agricoli e della seta. Nel III secolo, l'imperatore Settimio Severo morì a Eboracum (l'odierna York), dove Costantino fu successivamente proclamato imperatore.

La data di introduzione del Cristianesimo in Inghilterra e tuttora oggetto di dibattito, ma certamente entro il IV secolo. A partire dal 410 l'Impero romano iniziò il suo declino e molte unità dell'esercito lasciarono l'Inghilterra per difendere l'Europa continentale e per partecipare a guerre civili.

Inghilterra nel medioevo

Il ritiro dei romani lasciò l'Inghilterra aperta alle invasioni dei popoli pagani del nord-Europa, in particolare Angli, Sassoni e Juti che iniziarono a stabilirsi inizialmente nella parte orientale del paese.

Durante questo periodo, i possedimenti terrieri sembrano essere frammentati in numerosi territori tribali, ma dal VII secolo, questi si fusero in una dozzina di regni, tra cui i regni di Northumbria, Mercia, Wessex, Essex, Kent e Sussex. Nei secoli successivi il processo di consolidamento politico continuò. Durante il IX secolo i continui e sempre più crescenti attacchi dei danesi culminarono con la sconfitta di molti regni inglesi e con il regno di Alfredo il Grande l'unico sopravvissuto.

I secoli successivi hanno visto dure battaglie per la conquista del potere fino a quando la dinastia reale è stata ristabilita da Edoardo il Confessore nel 1042. Alla morte di Edoardo, una disputa sulla successione portò alla conquista normanna dell'Inghilterra da parte di un esercito guidato dal duca Guglielmo di Normandia. Questa conquista ha portato alla quasi totale spoliazione dell'élite inglese e la sua sostituzione con una nuova aristocrazia di lingua francese, situazione che ha avuto un effetto profondo e permanente sulla lingua inglese.

I Plantageneti ereditarono il trono inglese con Enrico II, aggiungendo l'Inghilterra al proprio impero angioino, che comprendeva feudi che la famiglia aveva ereditato in Francia. Essi regnarono per tre secoli, con famosi monarchi come Riccardo I, Edoardo I, Edoardo III e Enrico V. Quest'epoca ha visto radicali cambiamenti nel commercio e nella legislazione, compresa la firma della Magna Carta, uno statuto legale inglese utilizzato per limitare i poteri del sovrano e proteggere i privilegi degli uomini liberi. Il monachesimo cattolico fiorì e le università di Oxford e Cambridge furono fondate con il patrocinio reale. Il Principato del Galles divenne un feudo Plantageneto durante il XIII secolo e la Signoria d'Irlanda fu donata alla monarchia inglese dal papa.

Durante il XIV secolo, i Plantageneti e la dinastia di Valois affermavano di essere entrambi legittimi discendenti dei Capetingi e quindi possessori dei domini in Francia. Le due potenze finirono per scontrarsi in quella che venne poi chiamata la Guerra dei Cent'anni. Un'epidemia di peste nera colpì l'Inghilterra, a partire nel 1348, e portò alla morte di quasi la metà degli abitanti.

Dal 1453-1487, si combatté una guerra civile tra i due rami della famiglia reale, il Casato di York e il Casato dei Lancaster, conosciuta come la guerra delle due rose. La conclusione della guerra portò il Casato di York a perdere interamente il trono a favore di una famiglia nobile gallese, i Tudor, un ramo dei Lancaster guidato da Enrico Tudor, che invase l'Inghilterra con i gallesi e mercenari bretoni, guadagnando la vittoria nella battaglia sul campo di Bosworth, dove è stato ucciso il re Yorkist Riccardo III d'Inghilterra.

Prima età moderna

Durante il periodo Tudor, il Rinascimento ha raggiunto l'Inghilterra grazie all'arrivo di cortigiani italiani che hanno introdotto l'arte, la filosofia e le scienze dell'antichità classica. Durante questo periodo, l'Inghilterra cominciò a sviluppare una propria flotta marina e iniziò l'esplorazione dell'Occidente.

Enrico VIII ruppe i rapporti con la Chiesa cattolica e, ai sensi dell'atto di Supremazia del 1534, proclamò il monarca a capo della Chiesa anglicana. In contrasto con gran parte del protestantesimo europeo, le radici della spaccatura erano più politiche che teologiche. Egli inoltre unì il Galles al Regno d'Inghilterra. La figlia di Enrico, Maria I tentò di ripristinare il cattolicesimo, ma il tentativo fallì dopo la sua morte e la successione a Elisabetta I che riaffermò la supremazia dell'anglicanesimo.

Durante l'Età elisabettiana, la flotta inglese sotto il comando di Francis Drake sconfisse l'Invincible Armada spagnola. In competizione con la Spagna, la prima colonia inglese in America fu fondata 1585 dall'esploratore Walter Raleigh in Virginia e chiamata Roanoke. Gli aspetti economici delle colonie del Nuovo Mondo erano gestiti dalla Compagnia britannica delle Indie orientali, in concorrenza con Spagna e Olanda.

Sulla base di contrastanti posizioni politiche, religiose e sociali, la guerra civile inglese fu combattuta tra i sostenitori del Parlamento e quelli del re Carlo I, rispettivamente i Roundheads e i Cavalier. Questa era una parte dei più ampi scontri che presero nome di Guerre dei tre regni e che coinvolse anche la Scozia e l'Irlanda. I parlamentari uscirono vittoriosi, Carlo I fu giustiziato e il regno venne sostituito con il Commonwealth. A capo delle forze del Parlamento, Oliver Cromwell, che si dichiarò Lord Protettore nel 1653. Dopo la morte di Cromwell, Carlo II fu invitato a tornare come monarca nel 1660 e così si ebbe la Restaurazione inglese. Fu stabilito costituzionalmente, tramite il Bill of Rights, che il re e il Parlamento avrebbero governato insieme, anche se il potere era di fatto al Parlamento. Tra le leggi, vi si stabilì che il potere legislativo era appannaggio del Parlamento e che il Re non poteva, senza l'assenso di esso, imporre tasse o mobilitare l'esercito. Con la fondazione della Royal Society, 1660, lo sviluppo della scienza fu molto incoraggiato.

Il grande incendio di Londra del 1666 distrusse gran parte della città, che però fu ricostruita poco dopo. In Parlamento emersero due fazioni contrapposte, i Tories e i Whigs. I primi erano di stampo monarchico, i secondi liberali. Anche se i Tories inizialmente sostennero il re cattolico Giacomo II, alcuni di loro, insieme ai Whigs, lo deposero durante la "Gloriosa rivoluzione" del 1688 e invitarono il principe olandese Guglielmo III a diventare monarca. Nel 1707 vi fu un'unione politica tra l'Inghilterra e la Scozia, formando così il Regno di Gran Bretagna. Le istituzioni delle due nazioni, come la giustizia e la chiesa, rimasero comunque indipendenti.

Epoca tardo moderna e contemporanea

Il nuovo Regno di Gran Bretagna, sotto la spinta del progresso scientifico della Royal Society, delle idee illuministiche che andavano dilagando e grazie ad altre iniziative, andò incontro ad un periodo di grossissime innovazioni nel campo della scienza e dell'ingegneria. Questo aprì la strada per la costituzione dell'Impero britannico. La cosiddetta rivoluzione industriale, che nacque proprio in Inghilterra, fu un periodo di profondo cambiamento nelle condizioni socio-economiche e culturali dell'Inghilterra, con l'industrializzazione dell'agricoltura, della produzione manifatturiera e dell'estrazione minerari. L'apertura del nord-ovest dell'Inghilterra del Bridgewater Canal, avvenuta nel 1761, inaugurò l'età del trasporto via mare in Gran Bretagna. Nel 1825 fece la sua prima comparsa la locomotiva a vapore per il trasporto passeggeri.

Durante la Rivoluzione Industriale, molti lavoratori si trasferirono dalla campagna inglese alle nuove aree urbane, per lavorare nelle fabbriche. Manchester e Birmingham, vennero rispettivamente soprannominate "magazzino del mondo" e "officina del mondo". L'Inghilterra mantenne una relativa stabilità durante tutti i tumulti della Rivoluzione francese; William Pitt il Giovane fu Primo Ministro britannico per il regno di Giorgio III. Durante le guerre napoleoniche, Napoleone progettò l'invasione dell'isola. Tuttavia questo non riuscì e le forze francesi furono sconfitte dagli inglesi, prima via mare da Lord Nelson e poi sulla terra dal duca di Wellington. Le guerre napoleoniche favorirono il concetto di britannicità e di unita nazionale condivisa con gli scozzesi e i gallesi.

Durante l'età vittoriana, Londra diventò la più grande e popolosa metropoli del mondo, l'esercito e la marina inglesi godevano di un altissimo prestigio e gli scambi commerciali all'interno dell'Impero Britannico erano fiorenti. Alcune agitazioni politiche avvenute in patria, come quelle dei cartisti e delle suffragette portarono ad una riforma legislativa e al suffragio universale.

Le tensioni tra le potenze dell'Europa centro-orientale portarono, nel 1914, alla prima guerra mondiale. Centinaia di migliaia di soldati inglesi morirono combattendo per il Regno Unito nella Triplice intesa. Due decenni più tardi, nella seconda guerra mondiale, il Regno Unito è stato ancora una volta uno degli alleati. Alla fine della "Strana guerra", Winston Churchill divenne il Primo Ministro, carica che mantenne per tutta la durata del secondo conflitto mondiale. Gli sviluppi nella tecnologia di guerra portarono alla distruzione di molte città inglesi a causa dei bombardamenti aerei. Dopo la guerra, l'impero britannico sperimentò una rapida decolonizzazione. Nello stesso periodo si assistette ad una accelerazione delle innovazioni tecnologiche: le automobili divennero il mezzo principale di trasporto e Frank Whittle sviluppò il motore a reazione. Nel 1948 venne creato il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che fornisce assistenza sanitaria gratuita grazie al finanziamento pubblico.

Dal XX secolo si è registrata una crescita significativa della popolazione in Inghilterra, per lo più proveniente da altre parti delle isole britanniche, ma anche dai paesi aderenti al Commonwealth, in particolare il subcontinente indiano. Dal 1970 l'economia si è allontanata dalla produzione manifatturiera, verso il settore dei servizi.