Storia

Epoca precolombiana

Si pensa che l'essere umano sia apparso nel territorio venezuelano circa 30.000 anni fa, provenienti dall'Asia, dopo aver attraversato lo Stretto di Bering ed essersi diffuso in Nord America, e dalla Polinesia, attraverso ondate di popoli arrivati su imbarcazioni primitive. I popoli indigeni primitivi erano dediti a caccia, pesca e agricoltura, più o meno avanzata; alcuni gruppi coltivavano prodotti che sono rimasti nel corso del tempo tra i più consumati del luogo, come mais, cacao, fagioli e yuca. I popoli cacciatori erano nomadi e si spostavano in continuazione, al contrario degli agricoltori, che svolgevano un vita semisedentaria e che col tempo svilupparono delle civiltà avanzate, in grado di lavorare la ceramica e di costruire opere come ad esempio argini di fiumi e dighe. I gruppi indigeni più importanti erano i chibchas, che vivevano sulle Ande, i Caribe, situati in quasi tutte le regioni costiere, e gli arawakos, stanziatisi in una parte della costa e più a sud.

Epoca coloniale

Cristoforo Colombo scoprì la regione nel suo terzo viaggio, il 2 agosto 1498. La Spagna inglobò il Venezuela nel suo vasto impero americano nel corso del XVI secolo, anche se l'esplorazione del paese poté dirsi compiuta solo nei primi decenni dell'Ottocento. Pochi spagnoli vi si trapiantarono per via del clima subtropicale, preferendo generalmente vivere nelle montagne andine degli attuali stati del Táchira, Mérida e Trujillo.

Un primo tentativo di colonizzazione tedesca del Venezuela venne realizzato nel XVI secolo dalla famiglia tedesca di Anton e Bartholomeus Welser, per conto degli imperatori del Sacro Romano Impero di Germania. Tra il 1528 e il 1556 la Germania acquisì di fatto nuovi territori in Venezuela. Altri punti furono l'isola di Arguin lungo le coste atlantiche della Mauritania (acquisite dal Brandeburgo il 5 ottobre 1685, la Prussia le avrebbe perse il 7 marzo 1721 in favore della Francia). Il processo di colonizzazione non fu senza incidenti: gli spagnoli combatterono numerose ribellioni di indigeni locali, la più importante fu quella comandata da Guaicaipuro nel 1560 e da Quiriquires nel 1600. L'ordine coloniale fu definitivamente imposto verso la fine del XVI secolo, con la costruzione del cabildo e della chiesa. Allo stesso tempo, cominciò un processo di mescolanza razziale nel territorio, che definì il profilo sociale del paese. Cominciarono le attività commerciali e l'estrazione di risorse naturali fiorirono; in particolar modo fiorirono le esportazioni di cacao, caffè e tabacco, mentre al contempo cominciarono attacchi pirateschi come quello di Henry Morgan a Maracaibo nel 1669.

Le province esistenti, allora governate alternativamente dalla Audiencia Reale di Santo Domingo e da quella di Bogotá, entrarono a far parte del Vicereame della Nuova Granada nel 1717, e divennero autonome nel 1777 con la formazione della Capitaneria Generale del Venezuela. La nuova unione politica fu consolidata con la creazione della Reale Audiencia di Caracas nel 1786.

Indipendenza

La piccola comunità di discendenza spagnola ed europea dopo alcuni secoli si rese indipendente dalla Spagna. L'inizio della rivoluzione avvenne il 19 aprile 1810, quando l'allora Capitano Generale del Venezuela, Vicente Emparán, fu deposto dal Cabildo di Caracas. Dopo una serie di rivolte infruttuose e sotto la spinta del Maresciallo Francisco de Miranda il Venezuela si proclamò indipendente il 5 luglio 1811, tuttavia, la Prima Repubblica ebbe vita breve e capitolò alcuni mesi dopo di fronte alla reazione spagnola. Ebbe così inizio una lunga guerra d'indipendenza, che ricevette un impulso nel 1813 grazie a Simón Bolívar, che dopo aver preso il controllo di Cúcuta cominciò una serie di battaglie facendosi strada verso la capitale Caracas, dove entrò nello stesso anno proclamandosi Libertador e dove venne istituita una seconda Repubblica.

Comunque, una nuova reazione fedele alla Corona di Spagna l'anno seguente fece capitolare anche la Seconda Repubblica. Bolívar intanto era andato a cercare appoggio dagli inglesi in Giamaica prima di andare a Haiti, dove si erano rifugiati numerosi leader venezuelani. Da Haiti partì una spedizione che inizialmente prese possesso di Isla Margarita, ma che fu poi respinta a Carúpano e Maracay, nel 1816. Nel 1819 Bolivar, tentando di riorganizzarsi, convocò il Congresso di Angostura, che portò alla creazione della Gran Colombia. Venne firmato il Tratado de Armisticio y Regularización de la Guerra nel 1820, che mise fine alle ostilità fino al 1821. Il 24 giugno dello stesso anno, Bolivar, aiutato da José Antonio Páez e Antonio José de Sucre vinse la Battaglia di Carabobo sconfiggendo l'esercito reale di Miguel de la Torre, liberando definitivamente il Venezuela dagli spagnoli.

La nuova Repubblica del Venezuela fu subito preda di "caudillos" che la dominarono in forma dittatoriale, assoggettandola a frequenti colpi di stato e rivoluzioni locali. Tale situazione si protrasse per buona parte del Novecento, allorché il paese fu governato prima da Cipriano Castro (1899-1908) poi, per quasi trent'anni, da Juan Vicente Gómez (1908-1935). E fu proprio durante il regime di quest'ultimo, nel corso degli anni venti del Novecento, che la scoperta di ingenti giacimenti di petrolio mutò radicalmente la situazione economica e politica del Venezuela. Nel 1928 il paese era già divenuto il secondo produttore mondiale di tale materia prima. Tuttavia fu solo negli anni quaranta del Novecento con il vertiginoso aumento del prezzo dell'oro nero che il petrolio si tradusse in una fonte ingente di entrate per il Paese.

La seconda guerra mondiale

Verso la metà degli anni trenta, Eleazar López Contreras succedette a Gómez come presidente del Venezuela. Costui ristabilì alcune libertà democratiche, promulgando nel 1936 una costituzione di ispirazione liberal-moderata che però limitava in vario modo l'azione delle organizzazioni e dei partiti di sinistra.

Nel 1941 López Contreras venne sostituito dal generale Isaías Medina Angarita, che si alleò con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dichiarò guerra all'Asse, rese operativa un'imposta sul reddito già elaborata dal suo predecessore, rese più moderno e funzionale il Codice civile, intraprese un'intensa lotta all'analfabetismo e pose le basi per una prima, timida normativa concernente la previdenza sociale. Tuttavia la politica riformista di Medina Angarita, forse giudicata troppo moderata, non riuscì a incontrare il favore delle masse che nel 1945 appoggiarono l'ascesa al potere del socialdemocratico Rómulo Betancourt, che cominciò un rinnovamento costituzionale promulgato nel 1947, istituendo il voto segreto a suffragio universale per l'elezione del presidente.

L'instabilità del secondo dopoguerra ('40 - '50)

Nel 1948 il presidente Rómulo Gallegos, eletto democraticamente nel '47, fu esiliato da un'alleanza di conservatori ed esercito, e al suo posto il potere fu assunto da una Giunta militare che sciolse il parlamento e instaurò una dittatura.

Negli anni cinquanta Marcos Pérez Jiménez, appartenente alla giunta militare ascesa al potere nel 1948, riunì su di sé tutti i poteri divenendo dittatore del Venezuela. Convinto che l'immigrazione europea potesse essere determinante per lo sviluppo del Paese, la favorì in ogni modo, permettendo l'ingresso di circa un milione di stranieri (tra di essi circa 300 000 italiani, che attualmente costituiscono la seconda più importante comunità straniera dopo quella spagnola).

Nel gennaio 1958 Pérez Jiménez venne deposto da una Giunta Militare capeggiata dal generale Wolfgang Larrazábal. Da tale data ebbe inizio l'attuale era democratica del Venezuela con una serie di presidenti, democraticamente eletti, che si sono succeduti alla guida del paese (Rómulo Betancourt, Rafael Caldera, Raúl Leoni, Luis Herrera Campins, Jaime Lusinchi, Carlos Andrés Pérez, Hugo Chávez, Nicolás Maduro).

Il governo bolivariano

Hugo Chávez è ricorso a elezioni e referendum per sostenere le riforme costituzionali di cui è stato promotore e le sue politiche di tipo rivoluzionario. Con l'approvazione della Costituzione Bolivariana avvenuta mediante referendum nel 1999, è stato introdotto il principio della revocabilità di tutti i mandati elettivi a ogni livello dell'amministrazione, compresa la carica presidenziale, che può essere revocata attraverso referendum popolare alla metà del periodo di esercizio. Con la vittoria nel referendum costituzionale del febbraio 2009, le candidature per tutte le cariche elettive possono essere ripresentate nelle successive elezioni, senza limitazioni numeriche.

Nel 2002 è stato ordito un colpo di Stato contro Hugo Chávez, da parte di settori dell'imprenditoria, del sistema comunicativo, di alcuni militari e con il coinvolgimento di potenze straniere. Il colpo di Stato è fallito in seguito alla fedeltà costituzionale di importanti settori dell'esercito e alla mobilitazione popolare in suo sostegno che si è prodotta, riportando il presidente a Palacio de Miraflores, sede del governo. Numerosi premier sudamericani, tra cui Lula, Cristina Fernández, Rafael Correa, José Mujica, Fernando Lugo, Evo Morales, Fidel, Raúl Castro e Daniel Ortega riconoscono il suo costante e importante impegno nel rafforzare i rapporti tra i vari governi sudamericani e nel promuovere la scolarizzazione e l'assistenza medica nell'area. Chavez è morto di cancro nel marzo del 2013 e il suo posto è stato preso da Nicolás Maduro, uno dei suoi più fedeli sostenitori.

Sotto il governo di Maduro sono emersi gravi problemi economici, secondo la maggioranza degli analisti internazionali e dei media, derivanti dalle politiche economiche di Chavez continuate da Maduro, che hanno portato a razionamenti e scarsità anche di generi di prima necessità. La situazione economica, unita ad accuse di corruzione e cattiva gestione del governo del paese, ha portato a forti proteste popolari nella seconda metà del 2013. Le proteste, che hanno causato centinaia di vittime, proseguono tuttora. I dati del 2017 mostrano come l'11,4% dei bambini sotto i cinque anni soffrano di malnutrizione da media a grave, nonostante il paese abbia tra le maggiori riserve di petrolio al mondo, superiori anche a quelle dell'Arabia Saudita. Le carenze di generi alimentari, di farmaci e di beni di prima necessità sono stati paragonati alla Grande carestia cinese, in seguito al Grande balzo in avanti – piano ammirato da Hugo Chávez – e all'Holodomor della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.

Il 29 marzo 2017 Il Tribunale Supremo di Giustizia condanna il Parlamento per aver voluto convalidare l'elezione di alcuni deputati accusati di brogli elettorali e avoca a sè il potere legislativo, fatto interpretato dai media occidentali come una vera e propria deriva autoritaria del Paese, ispirata da Maduro. Si rivela fondamentale il sostegno nei confronti del regime di Maikel José Moreno Pérez, neoeletto presidente del Tribunale Supremo di Giustizia con alle spalle precedenti penali. In seguito Maduro invita il tribunale a rivedere il suo verdetto.

Sempre nel 2017, il Parlamento europeo premia l'opposizione democratica venezuelana con il Premio Sakharov per la libertà di pensiero e tutti i prigionieri politici tra i quali Leopoldo Lòpez e Antonio Ledezma.

Source: https://it.wikipedia.org/wiki/Venezuela