Storia

Il primo popolo a insediarsi in Ruanda fu quello dei Twa, un'etnia di cacciatori e raccoglitori, abitatori delle foreste. Successivamente, nel primo millennio d.C., migrò in questo territorio la popolazione bantu degli Hutu. Nel XIV secolo arrivarono probabilmente dall'area etiope, i Tutsi, un popolo allevatore di bestiame, che assoggettarono gli Hutu. Assunto il potere del territorio, lo divisero in staterelli e organizzarono una società a struttura piramidale, al cui vertice era il re. Il clan dei Nyighinya negli anni successivi cominciò l'espansione del territorio ruandese.

Durante il regno del Mwami giunse alla corte il conte Gustav Adolf von Götzen. La Germania prese il controllo di quella che divenne l'Africa Orientale Tedesca, che ebbe come primo governatore proprio von Götzen. Nel 1919 la Società delle Nazioni affidò questo territorio al Belgio, in amministrazione fiduciaria. Nel 1957 è stato fondato un partito, il Parmehutu, che, dopo l'indipendenza del Congo, si è ribellato alla casta dominante. Nel 1962 il Ruanda divenne una repubblica sotto la presidenza di Grégoire Kayibanda.

Nel 1963 i Tutsi che si erano rifugiati in Burundi tornarono in Ruanda per riprendere il potere, anche per mezzo di stragi, ma non ci riuscirono. Forte fu la tensione fra Ruanda e Burundi e terminò quando anche il Burundi divenne una repubblica.

All'inizio degli anni settanta le tensioni fra le due etnie si acuirono. Nel 1973 il generale hutu Juvénal Habyarimana guidò un colpo di Stato. Il neopresidente fondò nel 1975 il Movimento Rivoluzionario Nazionale per lo Sviluppo. Nel 1978 fu approvata la nuova costituzione.

Il Genocidio del 1994

Per secoli le tre tribù ruandesi Hutu (85%), Tutsi e Twa condivisero la stessa cultura, lingua e religione. Nel 1916 il Belgio assunse il controllo del Rwanda al posto della Germania ed instaurò un rigido sistema coloniale di separazione razziale e sfruttamento. Concedendo ai Tutsi la supremazia sugli Hutu, alimentarono un profondo risentimento tra la maggioranza Hutu. Nel 1959 i Belgi cedettero il controllo del Ruanda alla maggioranza Hutu. Con l'indipendenza ebbe inizio da parte delle istituzioni un lungo periodo di segregazione e massacri anti-Tutsi. Centinaia di migliaia di Tutsi e Hutu furono costretti all'esilio. Nel 1988 alcuni rifugiati diedero vita ad un movimento di ribellione chiamato Fronte Patriottico Ruandese rivendicando la loro patria. Nel 1990 dalla sua base in Uganda l'RPF sferrò un'offensiva contro il governo ruandese che fu fermata con l'aiuto militare francese e belga. Un periodo funesto di guerre e massacri continuò fino al 1993, anno in cui le Nazioni Unite negoziarono un accordo che spartiva il potere tra le parti. Quando l'accordo era sul punto di essere firmato, l'aereo che trasportava il presidente rwandese a Kigali esplose in circostanze non chiare. Le tensioni fin lì più o meno latenti esplosero e tra il 6 aprile e il mese di luglio del 1994 ebbe luogo quello che viene chiamato il "Genocidio del Ruanda", dove venne massacrato un numero di persone vicino al milione, paradossalmente tra popolazioni di fede cristiana e dopo una visita di papa Giovanni Paolo II avvenuta qualche anno prima tra grandi entusiasmi. Il genocidio ruandese è, insieme al genocidio ebraico (o Shoah) e al genocidio degli Armeni, uno dei genocidi più feroci del Novecento.

Nel 1997 furono avviati i primi processi per stabilire i responsabili del genocidio, ma dovettero subire rinvii a causa della mancanza di giudici. Un primo processo si concluse nel 1998; furono condannate ventidue persone considerate colpevoli di genocidio. Nell'aprile del 2000 è stato eletto presidente della Repubblica il Tutsi Paul Kagame, del FPR, che ha siglato, nel luglio del 2002, un armistizio con la Repubblica Democratica del Congo.

Nel 2003 le istituzioni politiche sono state modificate e approvate con il referendum del 26 maggio. Nel luglio dello stesso anno si sono tenute le elezioni presidenziali, che hanno riconfermato la carica a Kagame, e in settembre quelle legislative, che hanno visto il trionfo del FPR. L'amministrazione americana ha considerato queste elezioni "un importante passo verso la riconciliazione e la democrazia", mentre altre organizzazioni, tra cui la Chiesa cattolica e Amnesty International, sono rimaste perplesse dei risultati. Kagame vinse con il 94,3% di voti favorevoli, mentre il suo "principale" avversario, Faustin Twagiramungu, si fermò al 3,5% circa e contestò il risultato. Secondo le dichiarazioni di alcuni esponenti di Amnesty, il governo di Paul Kagame avrebbe sciolto già nel mese di aprile 2003 il partito principale di opposizione e obbligato la popolazione ad iscriversi al FPR. Alcuni arrivarono a parlare persino di repressione politica. La responsabilità delle istituzioni e di alcune nazioni occidentali, che non si mobilitarono per fermare il genocidio, è stata ricordata dal presidente Kagame nel corso delle celebrazioni per il decimo anniversario dei massacri, nell'aprile del 2004.

Nel frattempo, avanzano i processi dei colpevoli, condotti dal Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda (TPIR), alcuni dei quali si sono conclusi solo in tempi recenti. Per esempio, quello del colonnello Aloys Simba, condannato, il 12 dicembre 2005 a 25 anni di carcere per genocidio e crimini contro l'umanità e quello dell'ex sindaco della città di Gikoro, Paul Bisengimana, arrestato in Mali cinque anni prima e condannato il 14 aprile 2006 a 15 anni di prigione. Nel settembre del 2005 il Tribunale della comunità (gacaca) ha concesso a 774 prigionieri di lavorare alla costruzione di strade come pena alternativa alla detenzione in carcere.

Nell'agosto 2010 si sono svolte le elezioni presidenziali, il cui vincitore è stato il presidente uscente Paul Kagame, con il 93% dei consensi elettorali. Il clima pre-elettorale è stato molto teso, e le elezioni sono state considerate non democratiche e prive di trasparenza, in quanto gli avversari politici di Kagame (Victoire Ingabire, Bernard Ntaganda e Frank Habineza) non hanno potuto correre per le presidenziali. Tra questi, Victoire Ingabire ha chiesto alla comunità internazionale di annullare l'esito di queste elezioni. Attualmente non esistono mass media indipendenti, in quanto i tre più importanti giornali - Umuseso, Umuvugizi e Umurabyo - sono stati chiusi. Inoltre, alcuni giornalisti sono stati uccisi.

Le tensioni sono ancora vive (ribelli hutu attivi in territorio congolese), ma esiste anche un serio desiderio di riappacificazione, come si è notato il 20 novembre 2002 in occasione di un concerto reggae che ha riunito venticinquemila persone di entrambe le etnie. Contemporaneamente, le truppe stanziate nella Repubblica Democratica del Congo sono rientrate in patria.

Alle elezioni presidenziali del 2017 Paul Kagame è risultato nuovamente vincitore con oltre il 98% dei voti.

Source: https://it.wikipedia.org/wiki/Ruanda