Villa Borghese

Description

Villa Borghese è un grande parco nella città di Roma che comprende sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all'italiana alle ampie aree di stile inglese, edifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti.

È il terzo più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), dopo villa Doria Pamphilj e villa Ada e si estende in gran parte sul quartiere Pinciano e in piccola parte sul rione Campo Marzio, divisi dalle Mura aureliane.

Storia

Il nucleo della tenuta era già di proprietà dei Borghese nel 1580, sul sito del quale è stata identificata anche la posizione dei giardini di Lucullo (o horti luculliani).

Il possedimento fu ampliato con una serie di acquisti e acquisizioni dal cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V e futuro patrono di Gianlorenzo Bernini, con l'intento di crearvi una "villa di delizie" e il più vasto giardino costruito a Roma dall'antichità. Nel 1606 la realizzazione degli edifici fu affidata dal cardinale agli architetti Flaminio Ponzio e, dopo la morte del predecessore, a Giovanni Vasanzio (Jan van Santen); gli architetti furono affiancati dal giardiniere Domenico Savini da Montelpulciano e dall'intervento anche altri artisti, quali Pietro e Gianlorenzo Bernini. La villa era completata nel 1633.

Nel 1766 lavori di trasformazione furono intrapresi dal principe Marcantonio IV Borghese (1730-1809), nel "Casino nobile" (ora sede della Galleria Borghese) e nel "Casino dei giuochi d'acqua" (attuale "Aranciera" e sede del Museo Carlo Bilotti), e soprattutto nel parco, con la sistemazione del "Giardino del lago", ad opera degli architetti Antonio Asprucci ed il figlio Mario. Tutto il giardino venne ornato di fontane e piccole fabbriche che permettevano di godere di scorci prospettici suggestivi.

Agli inizi del XIX secolo la villa venne ulteriormente ampliata da Camillo Borghese con l'acquisto di terreni verso porta del Popolo e porta Pinciana, che furono integrati alla villa con l'intervento dell'architetto Luigi Canina. Nel corso del secolo gran parte del precedente giardino formale fu trasformato in giardino di paesaggio di gusto inglese. Durante tutto il secolo i giardini furono aperti per il passeggio festivo e vi erano ospitate feste popolari con canti e balli.

Il complesso - caso unico tra le grandi ville patrizie della città, i cui parchi furono tutti assoggettati a lottizzazione, e anche le ville raramente salvate - fu acquistato dallo Stato italiano nel 1901 e ceduto al comune di Roma nel 1903 per essere stabilmente aperto al pubblico, proprio mentre iniziava la lottizzazione della confinante Villa Ludovisi sui cui terreni stava sorgendo l'omonimo quartiere. La villa fu acquistata per 3 milioni di lire dell'epoca (equivalenti a circa 10 milioni di euro attuali), e denominata ufficialmente "Villa comunale Umberto I già Borghese". I romani non smisero mai di chiamarla villa Borghese.

Descrizione

Il grande parco contiene diversi edifici ed ha 9 ingressi: tra i più frequentati quello di porta Pinciana, quello dalla scalinata di Trinità dei Monti, quello dalle rampe del Pincio a piazza del Popolo e l'ingresso monumentale di piazzale Flaminio. Il "giardino del Pincio" (corrispondente al colle Pincio), nella parte sud del parco, offre un noto panorama su Roma.

L'edificio della villa ("villa Borghese Pinciana"), oggi sede della Galleria Borghese, fu costruita dall'architetto Flaminio Ponzio, che sviluppò gli schizzi di Scipione Borghese. Alla morte di Ponzio, i lavori furono terminati dal fiammingo Giovanni Vasanzio. L'edificio fu destinato da Camillo Borghese a contenere le sculture di Bernini, tra cui il David e Apollo e Dafne, e di Antonio Canova (Paolina Borghese) nonché le pitture di Tiziano, Raffaello e del Caravaggio.

Contigua a villa Borghese, ma oggi fuori dal perimetro vero e proprio del parco, ai piedi del colle, è villa Giulia, costruita nel 1551 - 1555 come residenza estiva per papa Giulio III, che ora ospita il Museo nazionale etrusco. Era legata a villa Borghese anche villa Medici, sede dell'Accademia francese a Roma. Altri edifici sparsi nei giardini di villa Borghese, su viale delle Belle Arti, sono stati edificati in occasione della Esposizione internazionale tenutasi a Roma nel 1911 per festeggiare il primo cinquantenario dell'Unità d'Italia. La Galleria nazionale d'arte moderna risale a questo periodo.

La villa ospita anche lo zoo di Roma trasformato recentemente in Bioparco ed il Museo civico di zoologia, mentre la "Casina delle Rose" è oggi la sede della Casa del Cinema. Nei pressi di quest'ultima si trova il Cinema dei Piccoli, la sala cinematografica più piccola al mondo.

È sede del concorso ippico Piazza di Siena, giunto nel 2009 alla 77ª edizione.

Nel 2003 è stato inaugurato il Silvano Toti Globe Theatre, una ricostruzione del Globe Theatre di Shakespeare a Londra.

Il compositore bolognese Ottorino Respighi, amante della città di Roma, dedica un brano ai "Pini di Villa Borghese" nel suo noto poema sinfonico intitolato I pini di Roma.

Edifici

Il parco della villa ospita numerosi edifici. Tra i più importanti vi sono:

  • Aranciera (Museo Carlo Bilotti)
  • Casale Cenci-Giustiniani
È sito in viale David Lubin. In una planimetria del 1828 era indicato come casa dipendente degli Orti Giustiniani ed in una incisione del 1840 disegnata da G.H. Busse come Casale Giustinani. Le facciate e il portico ospitano dei lacerti di affreschi che rappresentano delle sculture e prospettive a trompe l'œil. Attualmente ospita un'associazione culturale.
  • Casino del Graziano
È sito in viale del Giardino Zoologico ai confini della Valle dei Platani. Fu proprietà del giurista Stefano Graziano. Nel 1616 fu comprato dal cardinale Borghese per farvi una mostra di quadri e statue, ma principalmente fu usato come casino di delitia e riposo dopo le battute di caccia. All'interno vi sono degli affreschi. Originariamente, prima dell'acquisto del Cardinale Borghese, il Casino era di un certo Stefano Graziani, personaggio di cui si ignora la biografia, ma certamente non fu lui il committente della costruzione dell'edificio, in quanto la costruzione risale al secolo precedente.
L'edificio consta di tre piani: nei primi due vi sono due stanze e un corridoio centrale, mentre al terzo è una stanza loggiata. Il palazzo ha un muro di cinta, due cortili quadrati con fontana centrale decorata a roccaglie, resti di decorazioni a stucco.
Secondo Montelanici in una delle due fontane era una statua di Venere e nei giardini erano aiole ornate di mortella.
Al pian terreno vi sono decorazioni cinquecentesche a grottesche, tra cui degno di menzione è il "Ratto di Europa" richiamante lo stile di Prospero Fontana.
Al piano superiore un fregio rappresentante un paesaggio incorniciato da puttini è posto lungo il perimetro superiore di una delle due due stanze.
Durante la residenza dei Borghese vi erano arredi pregevoli, quadri e statue provenienti da scavi nelle proprietà di famiglia.
  • Casina delle Rose - Casa del Cinema
È sita in piazzale Marcello Mastroianni. Dal 1748 fu parte di villa Manfroni, in seguito fu acquistata dai Borghese e ristrutturata da Luigi Canina.
Questo edificio viene rappresentato in una cartina di Roma realizzata da Nolli nel 1748 come parte della suindicata villa Manfroni. La villa fu acquistata dai Borghese nel 1833 insieme a una villa più antica.
Questo complesso viene descritto nell'atto di vendita come villetta sita fuori Porta del Popolo e Porta Salaria, confinante da un lato con la strada delle mura, dall'altro con la villa dei Principi Borghese, composta di vigne e di alberi da frutto, di vari viali, un casino nobile, un fienile, una casetta rurale presso il casino nobile, un tinello, un giardino con un'uccelliera, una grotta, una neviera e un pozzo.
L'area fu decisamente trasformata, in modo da non rendere riconoscibile l'aspetto e l'assetto originario, con l'inaugurazione di una strada carrozzabile e con l'inserimento dell'ingresso verso la Porta Pinciana; anche la Casina fu modificata.
Nel 1834 la Casina fu ristrutturata per essere adibita a trattoria, come narrato da Gioachino Belli.
Una rappresentazione successiva è la litografia del 1842 di Landesio e Rosa.
L'edificio consisteva in due corpi di fabbrica, divisi mediante un cortile interno.
L'edificio più arcaico era sito verso Porta Pinciana. Consisteva in un loggiato con quattro archi corrispondente a una loggia coperta al piano superiore. Questa costruzione era circondata da un giardino.
Oltre il cortile vi era un edificio rustico, costituito da un fienile e dalla residenza dell'addetto alle vigne.
Nel 1849 la Casina fu colpita dai bombardamenti. Fu restaurata nel 1854 e destinata a vaccheria.
Con l'acquisizione della villa da parte del Comune di Roma, la Casina fu lasciata al degrado; quando fu restaurata, il cortile interno fu chiuso per creare nuovi locali e la zona rustica fu rimodellata secondo gli chalet alpini.
In seguito la Casina fu trasformata in dancing e successivamente in punto di ristoro.
Nel 1976 furono intrapresi lavori di ristrutturazione abusivi per l'ampliamento da parte una concessionaria, il che portò a un contenzioso legale con il comune di Roma che condannò al degrado l'edificio.
Non rimane traccia delle decorazioni interne, eccetto un affresco con stemmi e delle vedute cinquecentesche in degrado.
Attualmente è sede della Casa del Cinema.
  • Casina del lago - caffetteria Bilott
È sita nel Giardino del Lago in via dell'Aranciera. Trattasi di un piccolo chalet risalente agli anni venti del XX secolo. Nel secondo dopoguerra fu ingrandito e sfigurato. Attualmente, al suo interno vi è la caffetteria del Museo Carlo Bilotti.
  • Casina dell'Orologio
È sita in Piazza di Siena.
Come descritto da documenti seicenteschi, la Casina era utilizzata dal giardiniere come abitazione.
Nel Settecento, sotto la direzione degli Asprucci, vi fu inserito un porticato, trasformazione attribuita a Nicola Fagioli che sicuramente inserì l'orologio; di questo periodo è la struttura con basamento a bugnato, interrotto da vari portali con archi anch'essi bugnati.
L'edificio è a due piani, sormontato da una torretta con quattro orologi e coronamento a piccolo tempio circolare a cupola, sorretta da otto colonne doriche. La torre ospita tre campane; nel suo apice è posta una banderuola.
Dopo questa trasformazione, terminata nel 1791, l'edificio divenne museo con il materiale di scavo proveniente da Gabii e fu chiamato "Casino di Gabi". Il museo fu smantellato nel 1807 e il materiale che vi era esposto venne trasferito al Museo del Louvre. Della destinazione dell'edificio a museo rimangono due iscrizioni, sovrastate da due statue.
Nella seconda metà del XIX secolo, l'edificio ospitò varie mostre di acquerelli di artisti romani.
In seguito, quando la villa passò al comune di Roma, non si fa menzione della destinazione d'uso della Casina.
Ora al suo interno ospita uffici comunali.
  • Casino detto di Raffaello
  • Casino Nobile (Galleria Borghese)
  • Fortezzuola (Museo Pietro Canonica)
  • Galoppatoio (Villetta Doria)
È sita tra via del galoppatoio e via San Paolo del Brasile. Anticamente era di proprietà di Giuseppe Doria Pamphilj, al momento dell'acquisto di Giuseppe Doria Pamphilj, il podere era formato da una vigna, poi fu trasformato in un giardino all'inglese da Francesco Bettini dal 1785 al 1790. Questo giardino all'inglese era composto da piante esotiche secondo la moda dei giardini inglesi. Tra le piante sono da menzionare:
ananas;
liriodendri;
cedri del Libano;
sofora japonica;
yucca;
aloe.
Non vi erano molti edifici, i quali erano rustici escluso il casino di Raffaello, con gli affreschi in stile raffaellesco attribuiti a Girolamo Siciolante da Sermoneta.
Le attrazioni della villa erano le fabbriche, di cui ricordiamo:
Doria Pamphilj vendette la proprietà, trasportando alcune delle opere nella villa del fratello. Nel 1831 la villetta Doria venne acquistata dai Borghese.
La zona fu bombardata dai francesi nel 1849, bombardamento che distrusse anche il casino di Raffaello, ma i Borghese riuscirono a trasportare gli affreschi nel Casino Nobile della villa.
Nella seconda metà dell'Ottocento fu utilizzato come galoppatoio. Ogni ricordo storico fu distrutto negli anni settanta del XX secolo per realizzare un parcheggio seminterrato, tuttavia il nome (galoppatoio) e l'uso ne rimangono tuttora.
  • Meridiana
È sita in viale dell'Uccelliera.
Fu creata da Carlo Rainaldi successivamente all'Uccelliera per chiudere in maniera monumentale il terzo giardino segreto, al posto di un piccolo edificio rurale raffigurato nella piantina di Simone Delfico.
Viene chiamata anche seconda uccelliera poiché richiama il prospetto del giardino interno.
Consta di una meridiana con decorazioni in marmo e stucco.
La facciata verso l'ingresso al parco dei Daini è più semplice, con lesene alternate a porte, che corrispondono ai piani superiori a nicchie e a finestre.
L'edificio ospita il centro informazioni e il centro di documentazione della villa.
  • Uccelliera
È sita in viale dell'Uccelliera.
Fu progettata da Girolamo Rainaldi.
Fu realizzata in concomitanza del Casino Nobile come completamento della facciata del secondo giardino segreto.
La fabbrica è a pianta rettangolare, costituita da due vani e da un passaggio con copertura a volta che li unisce.
Lo stabile aveva affreschi. Le finestre hanno lesene e cornici. La facciata verso la meridiana è meno ricca di decorazioni, tuttavia lesene e cornici delle finestre contenevano busti poggianti su piedistalli.
Alcuni documenti narrano che nel quadriennio 1616-19 i visitatori potevano vedere uccelli rari e costosi all'interno dell'Uccelliera.
L'interno presenta degli affreschi.
  • Silvano Toti Globe Theatre
  • Cinema dei Piccoli
  • Casina Valadier
  • Villa Lubin
È sita in viale David Lubin. Fu disegnata da Pompeo Passerini ed edificata tra il 1906-1908, per ospitare inizialmente l'Istituto internazionale di agricoltura (IIA), precursore dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO). Attualmente è la sede del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL).
  • Casino degli Uffizi o delle Officine
È sito al confine con via Pinciana. L'edificio è antecedente alla proprietà dei Borghese. Nel periodo di realizzazione della villa, fu utilizzato come magazzino e laboratorio per il restauro dei pezzi da adibire agli edifici o ai giardini; questo verosimilmente le diede il nome. L'edificio, attualmente in restauro, è adibito a scuola materna; conserva all'interno alcuni pezzi che testimoniano la sua passata utilizzazione.

I recinti

  • Il primo recinto
Le peculiarità di questa zona sono l'abbondanza di alberi che davano l'impressione di un fitto bosco e gli arredi, tra cui fontane e statue. La zona è percorsa da nove viali, di cui sei con direzione nord-sud e tre con direzione est-ovest. Tutta la zona di questo recinto era ripartita in 23 riquadri.

Nei pressi del Casino Nobile erano 2 boschi di lauri, un boschetto di lecci e abeti con siepi in alloro, qualche cipresso e olmo; presso il Viale degli Olmi erano parecchi pini che attorniavano l'abitazione del custode del parco, che veniva chiamato "Casino del pineto", edificio distrutto nel 1849. Il vialone di confine tra il primo e il terzo recinto era attorniato da melograni e terminante in una piccola ragnaia (piccolo bosco con una rete, detta ragna, per la cattura di uccelli), sita presso il terzo recinto e ampia circa un ettaro, con al centro un canale in peperino ove scorreva l'acqua. I frutti e l'acqua attiravano gli uccelli, che venivano predati in battute di caccia mediante la chiusura della zona mediante delle reti. La ragnaia, così come la più ampia ragnaia del terzo recinto, erano opera verosimilmente del giardiniere Domenico Savino, che con le ragnaie ha dato alla villa un'impronta tipicamente toscana. Il primo recinto, con l'abbattimento dei muri di cinta nel Settecento, ha mantenuto la suddivisione in riquadri e il sistema viario; tuttavia la ragnaia già nel XIX secolo risulta scomparsa e, successivamente, scomparvero anche gli olmi colpiti dalla grafiosi, che negli anni trenta del XX secolo ha portato alla scomparsa della specie nella villa. Ciò nonostante, il primo recinto è quello che ha avuto meno ritocchi rispetto agli altri due e ancora presenta un aspetto neoclassico.

  • Il secondo recinto
Il retro del Casino Nobile si affacciava su un grande piazzale, da cui ci si poteva immettere nel secondo recinto, che oggi corrisponde al Parco dei Daini, chiamato così perché, oltre alle gazzelle, vi erano daini che venivano lasciati liberi nel lecceto.

Il secondo recinto era zona riservata al principe: era possibile accedervi solamente dal Casino Nobile ed era cinto di mura che lo dividevano dalla campagna circostante. Pochi edifici adornavano il secondo recinto, tra essi: l'edificio detto gli "Uffici", poi in parte demolito per l'ampliamento della strada e attualmente utilizzato come asilo; l'edificio anticamente utilizzato come fienile e in seguito totalmente demolito; il più recente serbatoio dell'Acqua Marcia di Raffaele de Vico.

  • Terzo recinto
Questa sezione della villa era la più grande (misura circa 40 ettari) e i suoi confini si perdevano nella campagna romana. Tra le zone del recinto erano: il cosiddetto "Piano bello", una pianura con ottocento lecci che fu poi trasformata nel Giardino del Lago; un grande prato (la zona dell'attuale Bioparco di Roma); la Valle del Graziano, con una grande peschiera rustica, al cui centro era un'isoletta con due platani usata come rifugio per anatre e altri uccelli acquatici, e con in fondo il casino che conserva l'aspetto originario; la Valle di Piazza di Siena, in cui erano la ragnaia grande, il Gallinaro o Fortezzuola (usato anticamente come rifugio di struzzi e pavoni), il Casino dell'Orologio, la Casina di Raffaello, un altro palazzo scomparso detto "Serraglio dei Leoni".

Oltre alla ragnaia, vi erano lepri, daini, cervi e caprioli usati per battute di caccia per tutta la zona di questo recinto. Un altro edificio del recinto è il Casino dei Giochi d'Acqua o Aranciera, più volte modificato nel corso del tempo. Il terzo recinto è quello che ha avuto maggiori modifiche: il Piano dei Licini è stato trasformato in giardino all'inglese, la grande ragnaia in piazza di Siena, la peschiera della valle dei Platani è stata prosciugata e nel grande prato attualmente è il Bioparco

Giardini

  • Giardino del Lago
Gli accessi al giardino sono in via Madama Letizia e in viale Pietro Canonica. Trattasi di un giardino all'inglese, trasformato da Piano dei licini da Marcantonio IV Borghese al termine del Settecento in un giardino alla moda. Assieme agli Asprucci come direttori dei lavori, si alternarono tra giardineri e artisti persone del calibro di Jacob More. Caratteristico è il lago in cui si specchia il tempio di Esculapio.
Le prime fonti storiche che attestano dei lavori al Piano dei Licini risalgono al 1784, lavori che terminarono nel 1790 con direttore Mario Asprucci. Furono inseriti, oltre al suddetto tempio di Esculapio, il tempio di Antonino e Faustina e il tempio di Diana, tutti in stile neoclassico, opere immerse in un giardino in stile inglese, anche se la presenza di viali rettilinei e l'uso di arredi classicheggianti erano piuttosto lontani dai giardini alla moda dell'epoca in Francia e in Inghilterra. Di questi arredi rimane ben poco: oltre ai tre templi, il sarcofago di Fetonte, una colonna, qualche olla e una statua. Ma le citazioni dell'epoca suggeriscono che la zona era disseminata di statue. Il gruppo statuario più recente è quello in bronzo con i satiri che giocano col loro piccolo, del al 1929
 
  • Giardino Piazzale Scipione Borghese o Giardino posteriore del Casino Nobile
Originariamente vi era la fontana del Narciso (Vedi la sezione fontane) attorniata da statue antiche, degli arredi e da quattro erme forse di Pietro e Gian Lorenzo Bernini. Il giardino, come lo vediamo oggi, è un'elaborazione novecentesca con la sostituzione della fontana precedente con quella di Venere (Vedi la sezione fontane) con attorno un giardino classico.
  • Giardini Segreti
Sono siti in Viale dell'Uccelliera, al confine tra il primo ed il secondo recinto.
Originariamente erano due posti ai due lati del Casino Nobile. Il primo era detto dei melangoli, mentre il secondo dei fiori. Risalgono al periodo del cardinale Scipione. Ve ne sono altri due risalenti all'incirca al 1680 siti tra i padiglioni dell'Uccelliera e della Meridiana. Erano adibite a piantagioni di fiori rari ed esotici, principalmente a bulbo. Uno di questi giardini aveva dei filari di agrumi presso i muri di cinta lunghi ed a fiori nei viali centrali. Nei libri mastri del 1610 vi sono dei mandati di pagamento per piante a bulbo. Il quarto giardino, o giardino di propagazione, è utilizzato come vivaio per le piante da utilizzare per gli altri tre giardini segreti.
Questi giardini sono di derivazione dell'hortus conclusus del medioevo, del rinascimento e dell'epoca barocca. In questi periodi i giardini segreti sono sempre cinti da mura
Successivamente ai giardini più antichi vennero poste delle fontane marmore con la funzione di pilo
Nel XIX secolo i giardini segreti risultano devastati dai bombardamenti francesi
Agli inizi del XX secolo risulta l'apertura al pubblico, una nuova risistemazione riassettò le piante togliendo tutti i vegetali ritenuti allora impropri e la risistemazione fu più semplice e lineare e suddivisa in quattro aiole site attorno alle fontane centrali, ma verso l'inizio della prima guerra mondiale si progettò già un nuovo intervento ai primi tre giardini segreti con la sistemazione di due gazebi per gli ospiti, ma già nel dopoguerra tali gazebi non esistevano più così come la fontana detta del Narciso lasciando il piazzale spoglio e vuoto. Indi furono inserite nuove aiole che furono distrutte durante la seconda guerra mondiale, tuttavia, dopo svariate trasformazioni nel corso dei secoli, poco rimane dell'impianto originale dei giardini segreti
È possibile ottenere delle visite guidate ai Giardini Segreti
  • Giardini di Valle Giulia
Sono siti in largo Firdousi. Furono realizzati per l'esposizione universale del 1911 per ornare la scalinata creata da Cesare Bazzani come collegamento da Valle Giulia alla Villa stessa. I giardini balaustrati constano di due ninfei neoclassici.
  • Parco dei Daini
È sito in via P. Raimondi. Il giardino era una riserva del principe ed era cinto da alcune erme di Pietro e Gian Lorenzo Bernini. Attaccato al muro di confine vi era la "Prospettiva del Teatro", del 1615, con decorazioni a rilievo. Il nome deriva dal fatto che nel parco, fino alla fine dell'Ottocento, vi erano dei daini e delle gazzelle
Al margine del Parco dei Daini, in angolo tra via Pinciana e via Pietro Raimondi, è situata la "Caserma Villa Umberto", sede della squadra a cavallo della Polizia di Stato
 
  • Giardini non più esistenti:
    • Giardino boschereccio
Era sito davanti al Casino Nobile. Era stato disegnato da Flaminio Ponzio nel 1606. Anticamente era suddiviso in 23 zone suddivise da siepi, che ospitavano le varie specie di alberi e degli arredi del tipo le Fontane Oscure (Vedi la sezione fontane) e la Grotta dei Vini. Allo stato attuale è percepibile la suddivisione con le siepi, ma la vegetazione all'interno di esse è stata variata con altre piante.

Fontane

Le fontane di Villa Borghese furono costruite tra l'inizio del XVII e gli inizi del XX secolo. Le fontane si dividono in vari tipi: fontane usate come decorazione, fontane usate come punto di sosta e di refrigerio e fontane minori come elementi naturali.
Le fontane sotto elencate sono le principali, con cui quest'elenco vuole ripercorrere la collocazione originaria delle primitive fontane nel parco ideato da Flaminio Ponzio su commissione del cardinale Scipione Borghese Caffarelli, nipote di papa Paolo V. Nel 1610 fu affidato a Giovanni Fontana la costruzione dell'acquedotto dell'Acqua Felice e le fontane della villa. Alla morte di Flaminio Ponzio l'incarico di cura dell'abbellimento del parco fu affidato a Jan van Santen e successivamente da Girolamo Rainaldi. Durante il periodo di Marcantonio IV Borghese si iniziano nuovi ampliamenti ed abbellimenti della villa. Tali lavori furono affidati a Antonio e Mario Asprucci. In questo periodo fu realizzato il Giardino del Lago, rinnovando l'interesse per le fontane, che furono collocate secondo un nuovo schema e nuovi gusti, diventando costituenti essenziali dei lavori che proseguirono nei primi anni dell'Ottocento e del Novecento, quando Villa Borghese venne unita al Pincio. Raffaele De Vico costruì il serbatoio dell'Acqua Pia Antica Marcia, che approvvigionava l'acqua destinata alle fontane e ai laghetti della villa, ora fornita dal Peschiera.

source https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Borghese

 

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